Il disco in vinile, supporto audio messo in commercio nel lontano 1948 dall’etichetta americana Columbia Records, sta vivendo una seconda giovinezza. A Milano i negozi specializzati sopravvivono in equilibrio tra nostalgia e modernità, e nascono inedite possibilità di fruizione
DI MARCO TORCASIO
05 April 2023
Correva l’anno 1982 quando l’album 52nd Street di Billy Joel veniva immesso per la prima volta sul mercato nel formato compact disc. Più piccolo, comodo, facile da riprodurre e con una qualità audio superiore. Il caro, vecchio e di certo non tascabile vinile aveva ormai i giorni contati. A distanza di molti anni, in un mercato musicale ormai dominato dal digitale, stiamo però assistendo al grande ritorno del vinile. Nonostante i guadagni dello streaming rimangano comunque imparagonabili, si diffonde sempre più tra gli artisti la voglia di produrre la propria musica in analogico, così come cresce tra i giovani ascoltatori la curiosità nei confronti di un oggetto di fatto sconosciuto ai nativi digitali. Tra le motivazioni alla base del ritorno in auge del leggendario supporto analogico c’è indubbiamente un ritrovato piacere dell’ascolto, e il successo dei podcast parla chiaro. Un disco in vinile non si riproduce mentre si fa jogging, né in palestra, né in metropolitana. Richiede una pausa da tutto il resto e una ritualità ben più cerimoniosa. Il ritorno del vinile va quindi osservato proprio in contrapposizione all’idea di una musica “mordi e fuggi”.
Sul territorio nazionale, Milano è – anche in questo caso – prima in classifica. Già in passato la città era disseminata di negozi specializzati e alcuni di questi sopravvivono ancora oggi. «Ho aperto nel 1981, in quegli anni a Milano c’erano più di cento negozi di dischi. Sono spariti quasi tutti. Di un certo livello, senza contare le catene, siamo rimati in quattro o cinque» ci racconta Francesco Galli, o per gli amici Frank, titolare del New San Francisco record store di via Pinturicchio 5. Un luogo cult per chi acquista musica in città, da cui sono passati anche nomi celebri come Dario Baldan Bembo, Mogol, Fabrizio De André, Ornella Vanoni. «Sono sempre stato un fautore del vinile, il mio negozio vanta una collezione in loco di ben oltre 5000 esemplari, ma altrettanto vasto è il catalogo di vhs, cd e dvd. Nonostante il ragguardevole “magazzino”, ciò che ha reso possibile la sopravvivenza di questa piccola grande realtà commerciale è stata la capacità di intessere una fitta rete di contatti nel mondo dei collezionisti, ma anche dei grossisti e degli importatori». Persino il fashion brand Dolce & Gabbana ha selezionato New San Francisco (insieme ad altre undici botteghe storiche della città) per raccontare – attraverso il progetto Autentica – quelle realtà locali che hanno resistito a tutte le difficoltà degli ultimi anni, customizzandole mediante allestimenti ad hoc sotto la direzione creativa del collettivo milanese Burro Studio.
Tra le altre insegne importanti della scena milanese non possiamo non menzionare Serendeepity, concept store su due livelli fondato da Nicola Mazzetti nel 2009 in Ticinese, e Vinylbrokers, in via Pericle 4, ferratissimo sull’usato. Entrambe destinazioni obbligatorie per chi va in cerca di anteprime, ristampe ed edizioni speciali in occasione del Record Store Day, la festa dedicata ai negozi di dischi nata negli Stati Uniti e poi espor- tata in tutto il mondo che si tiene ogni anno il terzo sabato di aprile.
E ancora. Dopo aver comprato un disco da Reverend, record store e cocktail bar in via Zuretti che punta sulla combo disc&drink, ci si può fermare per bere qualcosa tra esposizioni temporary e djset. A testimonianza di come stiano cambiando le modalità di fruizione e approccio a un disco in vinile.
Al civico 1 di via della Spiga, a tal proposito, è nato Jusbox Perfumes, nuovo corner urbano in cui conoscere e sperimentare il mondo della profumeria artistica. Non solo note olfattive, ma anche una lounge, vinili e oggetti di design definiscono un nuovo punto di riferimento dello stile in città. Le note musicali qui si connettono alle note olfattive e l’esplorazione incontra la tecnologia: un test emozionale conduce alla scelta non soltanto di un’essenza, ma anche alla scoperta della propria identità olfattiva. Un corridoio quasi segreto svela poi un salotto dedicato a chi vuole vivere l’esperienza in modo rilassato e intimo magari ascoltando, con il giradischi tradizionale, un vinile dalla collezione presente e acquistabile in-store. La selezione è curata dai founder Chiara e Andrea Valdo e spazia da Bob Dylan a 2PAc, da Chet Baker a David Bowie, da Michael Jackson ai Sex Pistols.
Anche l’hospitality sente forte il richiamo dell’iconico supporto musicale in vinile e offre risposte a una ritrovata necessità di ascolto attraverso strutture alberghiere pronte a mettere a disposizione dei clienti giradischi, impianti audio e intere discografie. È quanto accade ad esempio nel nuovissimo Urban Hive Milano in corso Garibaldi, destinazione per l’ospitalità metropolitana aperta a un pubblico cosmopolita a vocazione sia business che leisure. All’interno una selezione di oggetti di design, tra cui libri illustrati e opere d’arte contemporanea, ma anche una postazione vinili a uso degli utenti che non si accontentano più delle classiche amenities. Un nuovo modo di condividere il tempo e lo spazio, improntato al piacere dell’ascolto (anche) musicale.
L’articolo è stato pubblicato su Club Milano 66. Clicca qui per sfogliare il magazine.