Tommaso Dapri è il fondatore del Tempio del Futuro Perduto, primo centro culturale indipendente “liberato” in Italia, a ridosso di Chinatown. Come Industrial Romantico, suo alias artistico, ha dato il via al progetto multidisciplinare Italoghetto
DI DARIO BUZZACCHI
11 January 2024
Sono una persona neuro-divergente, la musica mi ha sempre aiutato a trovare pace fin da quando ero bambino ascoltando i vinili dei miei genitori o la radio. Ho avuto la fortuna di frequentare istituti di formazione specializzati che mi hanno dato la possibilità di studiare le arti classiche e contemporanee. Il mio percorso con la musica elettronica nasce sui carri musicali delle manifestazioni no-global dei primi anni 2000 e ai rave; poco dopo sono stato assorbito dalla club culture e dall’industria musicale che mi hanno portato da giovanissimo a viaggiare e conoscere l’ambiente internazionale legato alle musiche tecnologiche.
Il Tempio nasce come opera d’arte temporanea: in una Milano sempre più mercificante mi sono prefissato l’obbiettivo di creare un “safe space” umano e culturale. È nato come TAZ o occupazione temporanea e dimostrativa; è diventato in pochi anni il primo centro culturale indipendente riconosciuto dalla legge italiana e punto di riferimento per decine di migliaia di persone da tutto il mondo. La struttura organizzativa del Tempio è stata concepita prendendo spunto dalle pratiche internazionali che ho incontrato durante le mie esperienze artistiche all’estero e dal background di militante della società civile e dei centri sociali.
Tempio è attivo costantemente con decine di iniziative e eventi ogni settimana: dalle mostre d’arte agli spettacoli di teatro e danza contemporanea, dai corsi di formazione ai workshop dedicati alle arti digitali, dagli happening di classica, lirica e etnica ai djset con ospiti internazionali, pionieri e innovatori della musica elettronica oltre a momenti di dibattito e confronto aperti alla cittadinanza. Una delle azioni culturali più significative è sicuramente Il Muro della Gentilezza: progetto virtuoso ed esempio concreto di mutuo soccorso ed economia circolare che quotidianamente distribuisce quintali di indumenti e beni di prima necessità a persone indigenti, senzatetto e rifugiati politici. Di recente abbiamo organizzato degli eventi musicali aperti alle persone con disabilità intellettive, il laboratorio dedicato ai bambini ucraini in fuga dalla guerra in cui li facciamo giocare mentre insegniamo italiano ai genitori, il Market del Baratto “il più grande swap party di Italia” e la Scuola della Techno che con oltre 150 studenti è diventata uno dei punti di riferimento per la formazione amatoriale e professionale in questo campo.
Stiamo iniziando a prenderci cura di diverse aree pubbliche degradate nella zona Monumentale-Cenisio-Paolo Sarpi. Puliremo i giardini pubblici abbandonati di piazza Coriolano insieme a diverse comunità di quartiere. Parallelamente stiamo lottando per rigenerare e animare la Fabbrica del Vapore, purtroppo troppe volte dimenticata e non valorizzata dalle passate amministrazioni. Siamo al lavoro per l’organizzazione di un festival a Berlino che avverrà a Settembre 2024. Abbiamo coinvolto realtà ed artisti da tutto il mondo per un evento che si terrà in diversi luoghi iconici della capitale tedesca per poi confluire in uno dei principali centri culturali e club della città.
Amo Milano, la notte o durante il mese di agosto, quando non c’è nessuno in giro. Amo i luoghi nascosti e i quartieri popolari. Amo Chinatown, perché grazie alla comunità cinese sembra di vivere in un luogo distante. Odio la Milano profondamente infelice e bigotta, a tratti depressa e intollerante verso chi la anima. Non sopporto come le politiche di qualunque colore di questa città l’abbiano resa stagnante nel suo provincialismo senza valorizzarne il passato e l’anima locale, riducendola a shop di lusso per il mercato globale.
Italoghetto è la celebrazione di una “genuina italianità” raccontata da diversi linguaggi. La fotografia di strada fissa immagini della realtà decadente del nostro paese; la danza contemporanea resuscita spazi culturali abbandonati come fosse nuova linfa vitale; sintetizzatori e drum machines rivisitano brani storici del cantautorato italiano di Carrà, Bertè, Moroder e Little Tony in chiave techno. Musica popolare e non populista.
L’intervista a Tommaso Dapri è stata pubblicata su Club Milano 69. Clicca qui per sfogliare il magazine.