Una storia di fantascienza originale con la musica come protagonista. The Prism è l'esordio a fumetti di Matteo De Longis. Prima grafico, poi illustratore, oggi fumettista, ha vinto l'ottava edizione del Premio Demetra, riconoscimento dedicato alla letteratura ambientale che promuove la saggistica “green” italiana.
DI MARZIA NICOLINI
30 September 2022
L’inquinamento acustico è l’elemento catalizzatore del primo libro di The Prism, saga a fumetti creata e disegnata da Matteo De Longis. Una graphic novel edita da Bao Publishing che a poche settimane dal lancio in libreria ha vinto il Premio Letterario Demetra, riconoscimento dedicato ai libri di editori indipendenti con focus sui temi ambientali. Il fumetto di Matteo racconta di un mondo distopico – ma non troppo – in cui l’inquinamento acustico sta mettendo in serio pericolo la vita sulla Terra. La più grande azienda del Pianeta però è disposta a finanziare un progetto folle, ma (forse) capace di salvare tutto e tutti: inviare nello spazio una super-band musicale per farle registrare l’album i cui suoni saranno capaci di scongiurare il peggio.
Per Matteo De Longis, nato come grafico e poi approdato al mondo di illustrazione e fumetto, si tratta di una prima volta alle prese con una lunga saga. Già, perché The Prism è un progetto articolato: sette volumi, dei quali uno ogni due anni, ciascuno leggibile da solo.
The Prism è stato ispirato da un’idea visiva: volevo disegnare astronauti con chitarre elettriche. Tutta la costruzione della storia, i personaggi e il mondo, sono la conseguenza “procedurale” di questa idea estetica. Ed ecco che la complessità e la stratificazione creano man mano profondità e varietà, proprio come in Natura.
Sono stato avvertito dal mio editore, Bao Publishing, che ringrazio per aver sottoposto il mio libro alla giuria del premio. È più frequente essere selezionati per premi da manifestazioni e festival nell’ambito del fumetto, e sono rimasto piacevolmente colpito da questo sconfinamento. Anche se lo stesso premio Demetra da poco ha creato una selezione specifica per le graphic novel.
Confesso che mi ha stupito e onorato. Indubbiamente l’aspetto ambientale è uno dei temi di questa opera, affrontato in modo fantascientifico. Mi piace scoprire come le persone trovino differenti letture e visioni di The Prism. E la vittoria del premio Demetra è la conferma che la mia idea visiva di “astronauti con le chitarre” è diventata qualcosa di più complesso e importante.
Il disastro ambientale che avviene in the The Prism non è lo stesso che stiamo vivendo ora, ma trovo che qui stia la forza della fantasia e, nello specifico, della fantascienza: raccontare qualcosa di immaginario che affascini i lettori e li spinga a riflettere su quello che accade là fuori.
Ho sempre disegnato e continuo a farlo. All’inizio era un gioco, oggi è la mia professione. Sono cresciuto con l’animazione giapponese e i manga, realizzando che il fumetto fosse il modo più diretto e pratico per inventare mondi, storie, e mettere in movimento idee e design. A ben vedere ho cominciato a lavorare come grafico, poi illustratore ed è con The Prism che sono arrivato a creare un vero fumetto.
La mattina di solito è dedicata alle email, alla gestione delle varie cose pratiche e poi alla ricerca visiva, fondamentale. Mangiare con gli occhi immagini e raccogliere in cartelle ispirazioni e riferimenti è una parte del lavoro molto importante. E poi si disegna, generalmente ascoltando musica che permette di spaziare nel proprio universo interiore.
La concorrenza è spietata, meglio saperlo. Oggi le possibilità tecnologiche digitali, la fruibilità, gli spazi comunicativi e di promozione sono enormi, e quindi anche il numero di giovani talenti è a dir poco incredibile. Occorre lavorare duro per elaborare uno stile unico e arrivare a comunicare qualcosa di nuovo. Non ci si siede mai, si deve imparare e mutare sempre.