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PERSONE

Davide Verazzani

Spazio al teatro con il FringeMI Festival

Arriva a Milano, dal 13 al 19 giugno, il FringeMI Festival. Una rassegna di arti performative che porta il teatro in posti inaspettati, non convenzionali, spesso poco conosciuti. E alcuni quartieri della città diventano palcoscenico eletto delle performance.

DI CLAUDIA CARAMASCHI

13 June 2022

Il FringeMI Festival si appresta a colorare ben sette quartieri di Milano: da NoLo al quartiere Adriano, dal Casoretto a Benedetto Marcello, da Cistà (Città Studi - Acquabella) a Calvairate, fino allo spazio di Fondazione AEM. Con un palinsesto di quasi 100 eventi, andranno in scena spettacoli multidisciplinari, realizzati da artisti con il gusto della sperimentazione: dal teatro di ricerca a quello di narrazione, sino al teatro-canzone, tra reading, mostre e spettacoli per bambini.

Fringe Milano Festival 2022

Un programma ufficiale e uno extra contrassegnati dall’idea di sostenibilità ambientale come fil rouge creativo. Il FringeMI Festival si propone infatti di adottare sistemi a basso impatto su tutto ciò che è correlato all’evento, oltre che generare idee e soluzioni concrete dalle quali il pubblico possa trarre ispirazione. Abbiamo intervistato Davide Verazzani, ideatore del festival.

Quale l’idea che ha portato alla realizzazione del Festival FringeMI?

A Milano nel 2019 non esisteva un festival teatrale diffuso collegato ai territori, sulla falsariga di Bookcity, Pianocity o Milano Music Week, ma riguardante le arti performative. C’erano stati alcuni tentativi, non del tutto soddisfacenti. Esistevano ed esistono ancora a Milano alcuni festival di teatro, ma si tratta di rassegne spesso relative a una data disciplina (danza, circo) oppure promosse da enti importanti sì, ma per così dire “istituzionali”. L’idea è stata quindi quella di creare una rassegna “Fringe”: aperta, libera, inclusiva, curata ma senza una direzione artistica vera e propria, che permeasse i quartieri periferici di Milano. E per la prima edizione abbiamo scelto il quartiere dove abitiamo, cioè NoLo, anche per il suo essere in trasformazione secondo linee che ci parevano coerenti con i valori del festival  

Rispetto alla prima edizione cosa cambia?

Il successo della prima edizione e, soprattutto, delle due successive, svolte in presenza, nonostante il Covid, ci ha rafforzato nell’idea che la direzione fosse quella giusta. Ci ha spronato a continuare, a strutturarci maggiormente e ci ha caricato di responsabilità nei confronti degli abitanti dei quartieri coinvolti, della città di Milano e della comunità teatrale, milanese e non, che ha risposto con entusiasmo alle nostre call to action. Ciò che non è cambiato è l’entusiasmo, l’apertura verso nuove prospettive, il desiderio di alzare sempre un po’ l’asticella, la curiosità di andare a vedere cosa c’è dietro l’angolo, la voglia di esplorare e di uscire dalla zona di comfort. Questo ha reso possibile il coinvolgimento di organizzazioni in altri quartieri e la realizzazione di un modello organizzativo tipico di molti Fringe Festival, soprattutto del primigenio, quello di Edimburgo e dei festival diffusi, ma inedito per le rassegne italiane di arti performative, che distribuisce la responsabilità organizzativa fra vari enti, ognuno collegato a un territorio, delegando a un ente terzo il coordinamento dei lavori. E ha quindi portato a un cambio di nome, da NoLo Fringe Festival a FringeMI Festival, che è un modo per dire che il Fringe comincia a legarsi a tutta la città e non solo a un quartiere specifico.

C’è il programma ufficiale e il Fringe Extra. Il Festival si divide in due parti?

Inizialmente avrebbe dovuto esserci solo un programma ufficiale: cinque giorni consecutivi di spettacoli selezionati dopo una call online e votati dal pubblico che quindi avrebbe decretato un vincitore. Al termine della call abbiamo però ricevuto proposte da artisti residenti in zona, amici, performers, e ci è sembrato giusto non ignorarle. Abbiamo così optato per la creazione di un palinsesto ulteriore, ancor meno strutturato e senza alcun fil rouge di fondo, cui abbiamo dato il nome di “Extra”: una serie di spettacoli o performance con una sola replica, come omaggio al quartiere ospite del Fringe. L’idea ha funzionato e così anno dopo anno il Fringe Extra ha continuato a esistere, come sezione collaterale ma assolutamente non minore rispetto a quella ufficiale, e in grado anzi di ospitare discipline di difficile collocazione nel programma ufficiale, come l’improvvisazione, la canzone, il teatro di strada, la clownerie, il teatro ragazzi. 

Che risposta vi aspettate dalla città?

Ogni anno è una sorpresa, siamo sinceri. Questo poi, con il cambio di nome, il coinvolgimento attivo di altre organizzazioni, l’allentamento delle restrizioni pandemiche, la compresenza di altri grandi eventi in città, non abbiamo davvero idea di quel che accadrà. Per noi è importante che ci sia una risposta attiva da parte delle persone, che la gente riempia i palchi in ogni quartiere del festival, che FringeMI venga visto come una festa gioiosa e che il feedback sia positivo. Non ci interessa il sold out a tutti i costi, ci interessa che chi non è mai andato a teatro inciampi, anche per caso, in uno spettacolo e si possa appassionare o interessare a un’arte che magari fino a quel momento definiva noiosa.  

Che progetti avete per il futuro?

Poter creare un Fringe Festival importante, grande, seguito, in cui per un certo numero di giorni si faccia teatro in luoghi non convenzionali. Non solo negli attuali sette quartieri, ma in tutti i quartieri di Milano, secondo una formula di festival diffuso. Come ente che coordina il festival (e continua a organizzare la porzione che avviene a NoLo) siamo aperti ad accogliere proposte e volontà di partecipare da parte di organizzazioni presenti in tutti i quartieri milanesi, basta scrivere a direzione@fringemi.com. C’è in noi l’intenzione di creare un luogo protetto, dove chiunque si possa esibire senza filtri né censure, con solo il pubblico come giudice. Un luogo che possa fare da collegamento tra chi fa teatro e i palcoscenici più ufficiali, che possa sviluppare nuovi talenti. E che possa fungere da trampolino di lancio verso festival internazionali, grazie alla nostra partecipazione al World Fringe Network, che riunisce i 250 Fringe Festival di tutto il mondo

Informazioni 

FringeMI Festival - sito ufficiale

In apertura Davide Verazzani. 

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