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PERSONE

Alessandro Bisconti

Unicità e innovazione con Voile Blanche

Abbiamo incontrato Alessandro Bisconti, Brand Manager di Voile Blanche, l’ultimo giorno di Micam Milano, salone dedicato alle calzature. Con l’occasione, ci ha raccontato nei dettagli la filosofia del marchio, punta di diamante del gruppo Falc.

DI GIULIANO DEIDDA

06 October 2022

Lo stile Voile Blanche ha subito un’evoluzione molto decisa negli anni, quali sono i meccanismi che l’hanno accompagnata?

Siamo partiti nel 2004 dall’ispirazione nautica, a cominciare dal primo modello, realizzato con il tessuto delle vele. Ci piaceva l’innovazione che un mondo diverso dal nostro poteva portare alle calzature. Si può definire un riciclo ante litteram, trovare una seconda vita interessante alle vele. L’innovazione resta la chiave di lettura di tutta la storia del brand. Nel 2012 il mondo era completamente diverso da oggi e noi, insieme a pochissimi altri brand, abbiamo cominciato il percorso dello sport. All’epoca le sneakers non erano ancora entrate nella quotidianità, si mettevano il fine settimana. Anche in quel momento ci ha spinto l’innovazione, la ricerca di un incontro fra stile e comfort. Abbiamo puntato su un’estetica diversa. Oggi per noi innovazione significa diversificazione.

È cambiato anche il vostro pubblico? Ci sono differenze tra paese e paese?

La strategia è far sì che i nostri i clienti, una volta arrivati, non ci lascino più. Il pubblico delle sneakers con gli anni si è ingrandito, mentre all’inizio era una nicchia. Per questo oggi bisogna essere unici. Nei diversi mercati cambiano i gusti, ma la tipologia di pubblico è la stessa. Un’azienda come la nostra cerca di lavorare per andare incontro al diverso senso estetico di un italiano, di un tedesco, di un giapponese e di un americano, mantenendo gli stessi valori. Rispetto ad altri abbiamo un’offerta molto ampia. Oltre tutto, non ha più senso indirizzarsi a una specifica fascia d’età, perché sono saltate tutte le vecchie regole. L’unica differenza tra giovani e adulti nel rapporto con lo shopping è la modalità, nel senso che i primi raramente frequentano i negozi fisici.

A proposito, in quali mercati siete più forti?

Il mercato domestico è il primo, del resto se non si è conosciuti nel proprio paese è difficile sfondare all’estero. Lavoriamo benissimo con Stati Uniti, Giappone, Germania e anche Spagna.

L’anno scorso è stata lanciata Hybro, la collezione responsabile. Come vi evolvete in questa direzione?

Non possiamo non tener conto di questo tema. Tutte le aziende oggi hanno il dovere di essere responsabili. Vanno tenuti sotto controllo i consumi energetici, i processi e le risorse. Abbiamo fatto una ricerca di materiali il meno impattante possibile. Se riuscissimo tutti a essere attenti, si potrebbero ottenere risultati importanti. I consumatori di questo tipo di prodotto fanno ancora parte di una nicchia, perché comunque le scelte dipendono ovviamente da criteri estetici.

Come sta influendo l’attuale momento di caos globale sulla vostra attività?

È un momento di generale difficoltà, in cui stiamo vivendo le prime avvisaglie dell’aumento dei prezzi. Le aziende diventano un ammortizzatore importante, cercando di contenere i prezzi e comprimendo i margini. Un’industria articolata come la nostra permette di assorbire in modo flessibile gli sconquassi. Così quando i costi aumentano il consumatore lo percepisce molto dopo. La nostra risposta è continuare a innovare. Abbiamo continuato a investire in tutti i periodi di crisi e per questo siamo riusciti a crescere perfino durante la pandemia grazie all’e-commerce.

Come è andata quest’edizione di Micam?

Bene, in linea con le ultime. In più, ho notato il ritorno di compratori di diversi paesi, come Corea e Giappone, e perfino Russia e Ucraina. È la dimostrazione dello scollamento tra le società e la politica. Nonostante la situazione, le popolazioni dei due paesi si dimostrano resilienti, mandando comunque avanti le loro attività.

Quali sono le novità della collezione che presentate qui?

Ci sono novità sia tecniche sia estetiche, a cominciare dalle suole sempre più leggere. Per quanto riguarda le tendenze, onestamente non c’è più un trend dominante. Inoltre, ogni mercato risponde diversamente a questi input. È fondamentale che il singolo consumatore possa esprimere la propria personalità, per cui ci sono ancora i volumi importanti, ma c’è anche spazio per una certa eleganza e pulizia delle linee.

Voile Blanche non si limita alle calzature, ma propone anche una selezione di accessori. Ci sarà un’ulteriore espansione in questo senso, fino ad arrivare al total look?

Gli accessori sono un modo per comunicare ulteriormente il DNA del brand, per far capire la sua filosofia. Il fulcro sono infatti le borse da viaggio, a sottolineare il dinamismo del marchio. Ci saranno ulteriori investimenti su questo segmento, perché è fondamentale che scarpe e accessori vadano di pari passo. Per quanto riguarda il total look per ora lo escludo.

L’intervista ad Alessandro Bisconti è stata pubblicata su Club Milano 64. Clicca qui per sfogliare il magazine.

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