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LIBRI

Un album della memoria per il teatro e per Milano

La forza delle donne che hanno lavorato e condiviso il palcoscenico con Giorgio Strehler, a 25 anni dalla scomparsa del maestro, permea il nuovo volume di Stella Casiraghi, edito da Skira Editore in collaborazione con il Piccolo Teatro di Milano

DI PAOLO CRESPI

28 March 2023

L’altra metà del cielo del Piccolo Teatro, fondato con Paolo Grassi nel secondo dopoguerra e diretto artisticamente fino alla fine dei suoi giorni da Giorgio Strehler, rivive in un bel volume di Stella Casiraghi, presentato nel chiostro della storica sede di via Rovello con la complicità di una magnifica attrice come Ottavia Piccolo e la testimonianza di Martina Corgnati, figlia di Milva, altra straordinaria interprete di un’importante stagione dello stabile milanese. Strehler interpreta le donne. Voci e volti femminili del teatro di Giorgio Strehler, edito da Skira e dedicato “a Nina Vinchi, che prima ha creduto nella Resistenza e poi nel Teatro”, ci porta direttamente nel cuore dell’immenso archivio fotografico del Piccolo. Qui l’autrice ha selezionano un centinaio di immagini, prevalentemente in bianco e nero, per narrare l’universo femminile delle regie strehleriane incarnato delle attrici che in varie epoche hanno contribuito alla consacrazione di spettacoli iconici: Il giardino dei ciliegi, La tempesta, Re Lear, I giganti della montagna, Giorni felici, L’opera da tre soldi, Elvira o la passione teatrale, Arlecchino servitore di due padroni… E tra un’immagine a l’altra spuntano dediche, lettere, pensieri sulla vita e sull’arte.

Giorgio Strehler

Strehler e Valentina Cortese. Prove Il Giardino dei ciliegi, 1974. Foto di Luigi Ciminaghi

Donne e artiste di fronte a un maestro della scena

Nel carnet di Re Giorgio figurano moltissimi nomi di attrici legate alla storia del suo teatro di regia, nato e cresciuto all’ombra del Duomo prima di viaggiare in Europa e nel mondo. Spulciando nell’indice alfabetico ognuno di noi, in base all’età e all’esperienza, può soffermarsi su una rosa più o meno ampia di artiste di diverse generazioni (oltre settanta quelle omaggiate con almeno una foto di scena): da Adriana Asti a Sonia Bergamasco, da Paola Borboni a Valentina Cortese, da Maddalena Crippa a Marisa Fabbri, da Rossella Falk a Valentina Fortunato, da Carla Gravina ad Andrea Jonasson (che di Strehler fu a lungo anche compagna di vita), da Ivana Monti ad Anna Proclemer, da Ornella Vanoni a Pamela Villoresi, per citarne solo alcune fra le molte note anche al pubblico dei noi addetti ai lavori.

Un battesimo complicato

«Avevo appena quindici anni e qualche piccola esperienza alle spalle, tra cui una comparsata nel Gattopardo di Visconti, ma non avevo la minima idea di chi fosse davvero Giorgio Strehler». È Ottavia Piccolo – protagonista nei giorni scorsi al Carcano di Cosa Nostra spiegata ai bambini – a rompere il ghiaccio nell’incontro moderato dalla giornalista, esperta di teatro, Giuseppina Manin. Dopo la lettura di un tenero messaggio di Giulia Lazzarini, musa di tanti lavori strehleriani, l’attrice ricorda così la sua prima volta al cospetto del “maestro”. «Alla prima convocazione per l’allestimento della Baruffe chiozzotte lui parlò ininterrottamente per tre giorni, poi per altri due ci lesse il copione, sempre lui, tutto da solo. Alle prime prove in teatro, non qui, ma in quella specie di hangar che era il Lirico, senza microfoni (che allora non si usavano) la mia voce non gli arrivava mai in platea, nonostante mi sembrasse di gridare come un’aquila. “Non ti sento!” era il suo invariabile commento urlato alle mie battute, condito da una serie di parolacce irripetibili. Aveva ragione? Probabilmente sì. Ero confusa, terrorizzata, eppure pian piano cominciai a capire che di lui mi potevo fidare: era il padre, forse anche un po’ “padrone”, un ruolo che nel gioco delle parti del teatro gli si attagliava perfettamente e da cui io, che non avevo frequentato una scuola di teatro, potevo imparare moltissimo».

Giorgio Strehler

Strehler e Ottavia Piccolo. Prove Re Lear di Shakespeare, 1972. Foto di Luigi Ciminaghi

Audizione al buio

Per Ottavia, qualche anno dopo e con un’altra sicurezza, ci saranno altre esperienze e altre gratificazioni: il doppio ruolo del fool e della giovane Cordelia nel Re Lear interpretato dal mitico Tino Carraro. E la consapevolezza di far parte per sempre della grande famiglia di Strehler e del Piccolo Teatro. Anche per la giovane Milva l’esordio con Strehler, raccontato dalla figlia Martina, non fu proprio una passeggiata. «All’audizione per i song di Brecht, nel ’65, ventennale della Liberazione, lei canta, timida, nella sala buia. Non vede nessuno. A un certo punto, dal nulla, si leva una voce: “va bene, andiamo in scena fra dieci giorni, questo è l’elenco delle canzoni, ci saranno degli attori a recitare le poesie”. Cominciava così una storia di trent’anni».

Il seguito è storia del teatro e della nostra città, di cui il libro di Stella Casiraghi è un fantastico album della memoria. Con una tesi di fondo: la forza di Strehler era anche e soprattutto la forza delle “sue” donne. Come recita l’esergo di James Hillman opportunamente citato in apertura: “Sappiamo tutti che i padri creano le figlie, ma è anche vero che le figlie creano i padri”.

Giorgio Strehler libro Stella Casiraghi

Stella Casiraghi
Strehler interpreta le donne
Voci e volti femminili del teatro di Giorgio Strehler
Skira Editore

 

In apertura, Strehler e Milva. Prove di Poesie e canzoni di Brecht, 1965. Foto di Luigi Ciminaghi

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