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VIAGGIO

Varsavia, che sorpresa

Nuovi musei e centri culturali, ex fabbriche trasformate in hub artistici, una scena gastronomica in ascesa e tanto, tantissimo, altro. Varsavia è la capitale che non ti aspetti: bella, ordinata e verde. Ideale da visitare in inverno. 

DI FRANCESCA MASOTTI

27 November 2022

Varsavia è una città che non dorme mai, giovane, vivace e caratterizzata da un mix unico di stili e architetture. Risorta dalle sue ceneri, dopo essere stata rasa al suolo dai bombardamenti della seconda guerra mondiale, Varsavia è oggi più bella e vibrante che mai. Lo si capisce immediatamente dai suoi musei, storici e innovativi, dagli alti grattacieli e dalle ex fabbriche riconvertite in hub culturali. Ma anche dal centro storico, una bomboniera di edifici dai toni pastello, vicoli e piazzette acciottolate, egregiamente ricostruito. Sembra un dipinto e non è un caso: per riprodurlo, infatti, i polacchi si sono avvalsi delle opere del pittore italiano Bellotto, autore nel Settecento di una serie di vedute minuziose dello Stare Miasto di Varsavia. Il risultato? Un gioiellino che si visita a piedi dal Rynek – a dicembre location della pista di pattinaggio più famosa della Polonia – al Castello Reale fino al ghetto ebraico, il più grande d’Europa. 

Scorcio Varsavia moderna, foto di Wiktor Karchoca, Unsplash

Scorcio Varsavia. Foto di Wiktor Karchoca, Unsplash

Un concentrato d’arte

Con oltre 200 opere di artisti polacchi e internazionali e mostre temporanee, il Museo di Arte Moderna è una tappa imprescindibile per gli appassionati di arte. Il suo caffè Paloma, con una bella vista sul fiume Vistola, ospita concerti e feste. Tutto il lungofiume è un pullulare di indirizzi da segnarsi in agenda. Dal Centro Scientifico Kopernik ai locali alla moda negli spazi dell’ex centrale elettrica Elektrownia Powi?le al DOCK19, spiagge e viali da percorrere in bici e in monopattino. Fino alla Biblioteca Universitaria con giardini e orto. Da qui a Praga, scritto proprio come la capitale della Repubblica Ceca, il passo è breve. Il quartiere che si estende sull’altra sponda del fiume è considerato l’area più autentica e cool della capitale polacca. Oltre che il simbolo della sua rinascita. Cortili, murales, locali alternativi, fabbriche e spazi post industriali riconvertiti in gallerie e centri culturali frequentati da designer, artisti e turisti curiosi.

Parola d’ordine riconversione

Una manciata di passi e si raggiunge Kamionek, ex centro dell’industria tessile polacca, altro quartiere riqualificato con la Soho Factory, lo spazio artistico e culturale più all’avanguardia della Polonia, ristoranti in ex capannoni e musei insoliti come il Neon, prestigioso centro d’arte contemporanea che consente di fare un viaggio colorato tra le insegne recuperate e restaurate del periodo sovietico. Anche Wola, a ovest dal centro, è un quartiere da tenere d’occhio. Qui, tra palazzi a specchio, aree green e installazioni di arte contemporanea, c’è Norblin. Esemplare progetto di riconversione di una vecchia fabbrica di posate e piatti trasformato in spazio food, cinema e locali tra panchine-vagoncini, ingranaggi e macchinari ristrutturati. Sono tante le novità e gli indirizzi da tenere d’occhio in questa città che non dorme mai. Anche se il suo simbolo è e rimane uno: il Palazzo della Cultura e della Scienza. Regalato da Stalin ai polacchi nel ‘55 quando la città ancora era sotto le macerie. Una tappa obbligata, fosse solo per raggiungere la terrazza al 30º piano da cui si ammira la vista migliore su Varsavia.

Varsavia Palazzo Scienza e Cultura, foto di Iwona Castiello d’Antonio, Unsplash

Palazzo Scienza e Cultura. Foto di Iwona Castiello d’Antonio, Unsplash
In apertura Varsavia a Natale. Foto di Elijah G, Unsplash

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