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CITTÀ

Ripulire la città facendo plogging

Nasce in Scandinavia la pratica di raccogliere i rifiuti che si trovano lungo il cammino. Da un lato quest’attività mantiene in allenamento, dall’altro rende un grande favore agli habitat inquinati. E a Milano, come fare plogging?

DI MARZIA NICOLINI

26 September 2023

Già alcuni anni fa i magazine avevano messo in allerta: il plogging è il nuovo jogging, facendo sapere che, presto o tardi, ci saremmo tutti ritrovati per le strade della città e nei parchi a raccogliere in maniera sistematica ogni più piccolo rifiuto, con la plastica come primo materiale nel mirino. Per chi non lo sapesse, il plogging è un mix tra allenamento (si cammina) e attivismo (si raccoglie tutto ciò che è immondizia).

Quando, dove e come nasce il plogging

Ancora una volta, dobbiamo dire grazie agli evoluti popoli scandinavi, notoriamente planet friendly. Si deve a loro, infatti, l’idea di darsi attivamente da fare per fare piazza pulita dei tanti, troppi rifiuti sparsi nei centri urbani, nelle campagne, in spiaggia, ovunque. Plogging deriva dall’unione del termine inglese jogging con il verbo svedese plocka upp, traducibile come raccogliere. Esiste un padre ufficiale del plogging. Il suo nome è Erik Ahlström ed è uno storico collaboratore di Salomon, brand di abiti e attrezzature per lo sport outdoor. Appassionato di sostenibilità, nel 2016 ha avviato il movimento Plogga in Svezia, sua madre patria, dopo aver constatato quanti rifiuti ci fossero in giro. L’aneddoto è questo: mentre faceva running in montagna con alcuni colleghi di Salomon, ha iniziato a raccogliere rifiuti da terra e da lì non ha più smesso di farlo, coinvolgendo un numero crescente di persone in quest’attività benefica per il corpo (che si muove, si piega, si rialza) e per l’ambiente (che viene depurato da un carico opprimente di rifiuti, perlopiù di materiali non riciclabili).

Consigli pratici per fare plogging

Come organizzarsi per fare plogging nel migliore dei modi? Premesso che ciascuno può procedere al suo ritmo, camminando e raccogliendo rifiuti con più o meno vigore, il plogging può essere praticato in via individuale o collettiva, indossando abbigliamento comodo, sneakers di rigore e – questo è importante – guanti da lavoro o da giardinaggio, fondamentali per la raccolta, a garanzia di protezione da sporcizia e, soprattutto, vetri e lattine taglienti. Ci si può armare di appositi bastoncini per “infilzare” i vari rifiuti: si comprano direttamente online, ad esempio su Amazon (cercate plogging sticks e li troverete). Mai senza maxi sacchi della spazzatura, meglio se trasparenti, dato che al termine della raccolta sarà tempo di smistare attentamente i rifiuti, seguendo le regole della differenziata.

Fare plogging a Milano

Per fare plogging ci si può organizzare in maniera spontanea, creando gruppi di amici, conoscenti, familiari e colleghi per andare in spedizione anti-rifiuti. E anche se non esiste un’associazione milanese deputata unicamente  a questa pratica,il consiglio è quello di monitorare le varie attività cittadine di realtà impegnate nel sociale come WAU We Are Urban. Spesso, infatti, in calendario vengono proposte iniziative di plogging legate a determinati eventi (è stato il caso della passata Design Week) o legate a specifiche aree urbane (ad esempio la Biblioteca degli Alberi, il parco pubblico che circonda piazza Gae Aulenti, o il Parco Lambro, zona est). Si tratta di call to action aperte a volontari di ogni età, occasioni per stringere amicizie, fare attività fisica e rendere un grande favore al pianeta. E, in questo caso, alla città di Milano. 

plogging milano

Raccolta rifiuti lungo il Naviglio Pavese
In apertura, volontari impegnati a fare plogging al Parco Monte Stella. Foto WAU

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