Stile architettonico ad alto impatto, esploso nel secondo dopoguerra, il brutalismo torna alla ribalta grazie al successo al cinema del film The Brutalist. Ecco come portare questo codice estetico tra le mura di casa
DI MARZIA NICOLINI
19 February 2025
Sviluppatosi sulle macerie lasciate dalla Seconda Guerra Mondiale, lo stile architettonico brutalista torna al centro della scena grazie al successo del film The Brutalist diretto da Brady Corbet, che ha conquistato critica e pubblico con la sua narrazione visivamente potente. Questo linguaggio costituito da geometrie essenziali, cemento a vista e tripudio di robusti materiali grezzi, è stato un tempo simbolo della ricostruzione e del rigore funzionale del dopoguerra. A distanza di molti decenni, il brutalismo si reinventa in chiave contemporanea, trovando spazio anche nelle case di chi cerca soluzioni di arredo dal fascino raw, tra austerità e innegabile carisma.
Il brutalismo è, a ben vedere, più di un’estetica: è un manifesto che celebra l’onestà dei materiali e il rigore delle forme. Nato da un’esigenza di coniugare valori di resistenza, semplicità e accessibilità, questo stile è diventato iconico grazie a edifici come il Barbican Centre di Londra o il Palais des Congrès di Montreal. Il recente arrivo nelle sale del film The Brutalist rende omaggio a questo movimento, ricordandoci il fascino senza tempo delle superfici in cemento, metallo e vetro. È possibile rendere l’estetica brutalista, notoriamente legata alle grandi architetture, un’ispirazione per l’interior design? Assolutamente sì, con i dovuti accorgimenti. Portare questo stile tra le mura di casa equivale ad abbracciare linee pulite e materiali raw, poco lavorati e autentici. Via libera a tavoli in legno massiccio non trattato, pareti in microcemento e arredi in acciaio satinato. Le palette cromatiche andranno ridotte all’essenziale: grigi, beige, nero e occasionali tocchi di ruggine o verde oliva per un effetto che mescoli forza e calore. Un vaso in ceramica opaca, una lampada scultorea in calcestruzzo o una libreria dalle forme geometriche possono diventare pezzi-manifesto che rendono onore a questa estetica.
Il rischio, quando si tratta di home design brutalista, è quello di scivolare in un’atmosfera fredda e distaccata. Per evitare che questo accada è fondamentale lavorare sull’equilibrio tra materiali e texture. Un divano oversize in tessuto bouclé o uno spesso tappeto in lana grezza possono mitigare l’imponenza del cemento e la freddezza del metallo e del vetro, aggiungendo senza sforzo apparente valori di calore e vivibilità. Anche l’illuminazione gioca un ruolo chiave: optare per luci soffuse, rigorosamente calde, consente di trasformare gli spazi domestici ispirati al brutalismo in ambienti accoglienti e sofisticati, senza tradire l'idea originale. Per chi desidera una rivisitazione più soft dell'estetica brutalista, arredi modulari e minimalisti ispirati a questa corrente possono essere un ottimo punto di partenza, unendo praticità e carattere. Dimenticatevi fronzoli e orpelli: con il brutalismo il linguaggio estetico si fa quanto mai sincero e diretto. Che piaccia o no.
Gran Sasso di Midj è un tavolo rettangolare in Baydur, o cemento spatolato, dalla forte presenza scenica.
La sedia CH36 di Carl Hansen & Søn, disegnata da Hans J. Wegner, riflette l’estetica brutalista, celebrando i materiali autentici e la loro forza espressiva.
A firma Mullan Lighting, Vienna Industrial Pendant è una lampada a sospensione fatta a mano in alluminio dal fascino minimalista.
Il tappeto Flat Out di G.T.DESIGN, con la sua trama spessa e la composizione di fibre tecniche, restituisce una sensazione di forza e genuinità, riflettendo la visibilità delle strutture e dei materiali tipici del Brutalismo.
Realizzata in cuoio light con struttura in legno di frassino, Ayon di Lema è una sedia disponibile in versione con e senza braccioli.