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TEATRO

Filippo Nigro

Il senso “illuminante” della vita

Riflessioni sulla vita, sulla società in cui viviamo e sul senso del teatro insieme all’attore Filippo Nigro, di nuovo in scena a Milano con lo spettacolo Every Brilliant Thing (Le cose per cui vale la pena vivere)

DI MARCO TORCASIO

05 March 2025

Impegnato da oltre vent’anni tra cinema, televisione e teatro, Filippo Nigro appartiene a quella generazione di attori italiani cresciuta con il desiderio di cimentarsi con quanti più linguaggi possibili, trovando nella versatilità interpretativa la cifra di tutta una carriera. I primi passi sul grande schermo iniziano con Le Fate Ignoranti di Ferzan Ozpetek, regista con il quale instaurerà poi un rapporto lavorativo assai duraturo. Lo ritroveremo infatti ne La finestra di fronte (2003), che gli dà la possibilità di confrontarsi con un ruolo da co-protagonista, e ne La Dea Fortuna (2019). Più recenti sono l’interpretazione del politico Amedeo Cinaglia in Suburra - La serie, e il ruolo in Citadel: Diana, spy story di Prime Video uscita a fine 2024.

Da sempre appassionato di teatro, ha lavorato su testi con spessori differenti, spaziando da Camere da letto di Alan Ayckbourn, per la regia di Giovanni Lombardo Radice, all’amaro realismo di Una bugia della mente di Sam Shepard. Tuttavia il vero esordio sul palcoscenico avviene assieme a Claudio Santamaria, con lo spettacolo Occidente Solitario di Martin McDonagh, portato sulle scene nel 2011.

Domenica 9 marzo alle ore 17:30, lo ritroviamo in scena presso l’Auditorium Monte Rosa 91, con Every brilliant thing (Le cose per cui vale la pena vivere), un racconto-confessione umano e informale che coinvolge il pubblico in prima persona. La pièce torna nella città di Milano grazie a Monte Rosa 91, dopo essere stata già ospitata nel Piccolo Teatro Studio Melato nel 2024. È lo stesso Nigro a raccontarci meglio lo spettacolo.

Con la pièce che porti in scena inviti a compiere uno sforzo non semplice: scrivere una lista di tutte le cose per cui vale la pena vivere. Come ci si riesce?

Every Brilliant Thing è un’opera teatrale dello scrittore britannico Duncan Macmillan scritta nel 2013 assieme a Jonny Donahoe (che ne è stato anche il primo interprete). La pièce è scandita da una lista di “cose per cui vale la pena vivere”, come recita appunto la traduzione italiana dell’opera. Ed è sostanzialmente il tentativo di un bambino di fornire alla madre che ha tentato il suicidio un inventario di possibilità per cui valga la pena vivere. Il racconto va avanti e questo elenco diventa al contempo lista di sopravvivenza collettiva, un diario e un memento personale. Certo l’impresa non è facile, ma l’interazione con il pubblico prevista dalla scrittura di Macmillan fa sì che lo spettacolo diventi una risposta corale alle dinamiche depressive, senza ricorrere all’espediente della commozione e senza ricercare a tutti i costi i toni della tristezza.

L’interazione del pubblico in cosa consiste?

Generalmente chi va a teatro sa che potrebbe esserci la possibilità di un coinvolgimento. Durante questo spettacolo in particolare alcuni spettatori sono chiamati a dare un piccolo contributo affinché i ricordi del protagonista prendano vita, in un gioco d’improvvisazione. Non c’è necessariamente immedesimazione, lo spettatore sta al gioco rimanendo se stesso ma al contempo diventando un personaggio del racconto.

Questo spettacolo rappresenta il tuo esordio alla regia?

Esatto. Dopo tanti anni sul palcoscenico mi interessava molto avvicinarmi alla regia, ma non per capriccio. Al contrario, questo esordio comporta responsabilità nuove, diverse da quelle dell’attore, che per amor di teatro ho voluto comunque affrontare.

Questo testo tenta di approcciare il tema della salute mentale?

Every Brilliant Thing ha a che fare con l’empatia, insegna a trasformare la tristezza causata dagli eventi traumatici in positività trovando, appunto, quello che di buono e bello esiste in tutte le cose. Il registro a tratti anche umoristico dell’opera riesce a toccare con leggerezza, ma non con superficialità, un tema delicato e complesso. Ed è bello uscire da teatro con dei pensieri sulla serata.

Lo spazio che vi accoglie on stage è l’Auditorium Monte Rosa 91, un nuovo complesso polifunzionale aperto a tutta la cittadinanza. Dopo tante repliche in molte piazze d’Italia cosa vi porta adesso proprio su questo palcoscenico?

La scrittrice e curatrice del palinsesto culturale di Monte Rosa 91 Gaia Manzini ha visto lo spettacolo al Piccolo Teatro qualche tempo fa e con entusiasmo ci ha chiesto di replicarlo nell’Auditorium della struttura. Sono felice che ci sia questo calore attorno al nostro lavoro.

Dopo aver lavorato con la tv, il cinema e il teatro, che momento è questo nella tua carriera?

Un momento di evoluzione, di crescita e di consapevolezza, che credo stia nell’aver compreso quanto il caso sia parte essenziale di questo lavoro.

Hai dato prova di grande versatilità. C’è mai stato un linguaggio che hai sentito particolarmente vicino?

Non ho mai voluto confinare la mia professione di attore soltanto in un genere. Nessun attore credo vorrebbe mai farlo. Sono sempre stato curioso e mi sono mosso assecondando appunto questa mia curiosità.

Come ti poni nei confronti delle nuove piattaforme di streaming?

L’argomento è pericolosamente vasto. Sicuramente la fruizione è cambiata per chi guarda ma anche per chi recita. L’avvento delle piattaforme ha moltiplicato le possibilità di lavoro per gli attori e ha fatto sì che venisse meno il pregiudizio nei confronti delle serie tv che per lungo tempo è esistito.

Tornare a Milano che effetto fa?

Riporta in superficie tanti ricordi, sia di tipo lavorativo – penso a quando ero in scena con Occidente Solitario insieme a Claudio Santamaria – sia familiari. Mio padre lavorava nella moda e spesso ero a Milano nel suo showroom. Negli anni poi ho potuto approfondire il rapporto con la città: le connessioni e i legami ad oggi sono davvero tanti.

Informazioni

Every brilliant thing (Le cose per cui vale la pena vivere)
Regia di Filippo Nigro e Fabrizio Arcuri
Auditorium Monte Rosa 91, via Monte Rosa 91, Milano
Domenica 9 marzo 2025, ore 17.30

L’appuntamento si inserisce nella rassegna “Verde Brillante” del palinsesto culturale “Parco della Luce”, che anche quest’anno ospita teatro, musica e letteratura nel nuovo spazio cittadino milanese.

 

In apertura, Filippo Nigro. Foto di Alessandro Calvi

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