Al Volvo Studio di Milano, Ornella Vanoni e Pacifico incantano il pubblico con Vincente o perdente, evento conclusivo della Milanesiana 2025. Una serata intensa tra musica, ironia e confessioni intime, per raccontare una vita vissuta senza filtri, tra arte, fragilità e verità
DI REDAZIONE CLUB MILANO
13 June 2025
Nella serata del 12 giugno 2025, il Volvo Studio Milano ha ospitato un appuntamento particolarmente atteso nell’ambito della Milanesiana, la rassegna ideata e diretta da Elisabetta Sgarbi che ogni anno porta nella città eventi culturali di alto profilo, con un mix di letteratura, musica, arte e pensiero. Il titolo dell’incontro Vincente o perdente nasce da un interrogativo esistenziale che dà anche il nome al libro autobiografico di Ornella Vanoni, scritto a quattro mani con il cantautore e scrittore Pacifico (nome d’arte di Gino De Crescenzo), edito da La nave di Teseo.
La serata, gratuita su prenotazione, ha visto un’affluenza calorosa e partecipe, con un pubblico composto da estimatori dell’artista milanese, appassionati di musica d’autore e amanti della cultura contemporanea. A moderare l’incontro è stato il giornalista e critico Alessandro Gnocchi, che ha saputo guidare il dialogo con garbo e intelligenza, lasciando spazio a racconti, riflessioni e battute che hanno restituito il ritratto vivido e sorprendente di una Vanoni intima, pungente e autoironica. Il cuore della serata è stato proprio il confronto tra Vanoni e Pacifico, un dialogo profondo e al tempo stesso leggero, nel quale i due hanno rievocato i momenti salienti della scrittura del libro, un’opera che si discosta nettamente dal formato tradizionale dell’autobiografia per assumere invece la forma di un “diario sentimentale”, come l’ha definito la stessa cantante. Si è parlato della vita artistica e personale di Vanoni, ma non con l’intento di ricostruire cronologicamente una carriera, peraltro già ben nota, bensì per riflettere sull’identità, sulle fragilità, sull’amore e sul rapporto con il tempo che passa. Vincente o perdente diventa così non solo il titolo dell’opera, ma anche una domanda esistenziale che attraversa la vita di ciascuno, e a cui Vanoni risponde con onestà, riconoscendo i propri successi ma anche gli errori, le insicurezze, i momenti bui.
La cantante ha raccontato senza filtri episodi legati alla depressione, al senso di colpa come madre, alla solitudine che spesso si nasconde dietro la fama. Ma lo ha fatto con una grazia e un’ironia rare, che hanno strappato risate e applausi, dimostrando ancora una volta la sua capacità di stare in scena con verità e leggerezza. Pacifico, da parte sua, ha accompagnato questo percorso con delicatezza e complicità, restituendo il ritratto di una donna che è anche un’artista capace di mettersi a nudo senza paura. La complicità tra i due è emersa chiaramente anche nei momenti musicali che hanno impreziosito la serata: accompagnati dal pianoforte elegante di Fabio Valdemarin, Vanoni e Pacifico hanno eseguito alcuni brani dal vivo, regalando al pubblico una dimensione ulteriore del loro dialogo. La voce di Ornella, seppur graffiata dagli anni, ha mantenuto intatto il suo fascino interpretativo, fatta di pause, sussurri, inflessioni uniche che ne fanno una delle interpreti più personali della musica italiana.
L’atmosfera raccolta e intima ha confermato la vocazione di Volvo Studiodi per gli eventi che coniugano riflessione e spettacolo. Il pubblico, attento e partecipe, ha accolto con calore ogni intervento, testimoniando quanto ancora la figura di Vanoni sia centrale nell’immaginario culturale del nostro Paese. La scelta di chiudere la Milanesiana con un evento come questo ha voluto forse indicare una direzione chiara: la cultura, oggi più che mai, ha bisogno di autenticità, di storie vere raccontate senza patina, di artisti che non abbiano paura di mostrarsi vulnerabili.
Volvo Studio Milano
Viale della liberazione angolo Via Melchiorre Gioia, Milano