Situata nello storico quartiere Ticinese, la Fornace Curti è un vero pezzo iconico della storia cittadina che affonda le radici nel Quattrocento all’epoca degli Sforza. Un luogo unico per scoprire una tradizione secolare e per sprigionare la propria creatività con piccoli manufatti preziosi
DI ALESSANDRA CIOCCARELLI
06 November 2023
Visitare la Fornace Curti, laboratorio di ceramiche artigianali situato nei pressi del Santuario di Santa Rita sul Naviglio, è un incontro emozionante con un’icona di storia milanese. Nel corso dei secoli la fornace ha prodotto e ristrutturato i cotti di importanti palazzi, chiese e giardini tra cui l’abbazia di Morimondo, l’abbazia di Chiaravalle, Santa Maria delle Grazie, l’Arcivescovado, il teatro Fossati, il cimitero di Pavia, la cattedrale di Zeme Lomellina, San Marco e il Duomo di Monza. E già varcando la soglia lastricata di beole a colpire l’occhio è il pittoresco agglomerato di scale e cortili, portici e loggiati – sono ospitati qui anche gli studi di diversi artisti – dove hanno preso forma volatili in terracotta, fregi, stemmi e sorprendenti decorazioni.
In origine la prima bottega della Fornace era situata alle colonne di San Lorenzo, sul Naviglio che scorreva dove ora passa via De Amicis. Era il 1400 e secondo il volere di Bianca Maria Visconti, moglie dell’allora duca di Milano Francesco Sforza, prendeva avvio il cantiere dell’Ospedale Maggiore (Ca’ Granda) su progetto di Antonio Averulino, detto il Filarete. Fu allora che l’esecuzione di parte delle formelle e dei mattoni sagomati e modellati dal Solari e dal Guiniforte fu affidata alla Fornace di Giosuè Curti, nobile al servizio degli Sforza. Nel 1700, con la crescente espansione della città, la fabbrica si trasferì sulla Ripa di Porta Ticinese per poi spostarsi di nuovo nel 1800 alla Conchetta sul Naviglio Pavese. In seguito a un furioso incendio che distrusse molti documenti della famiglia, nei primi del Novecento la Fornace Curti fu trasferita infine con Attilio Curti nell’attuale sede dove prima Francesco e poi Alberto hanno continuato a mantenere in vita la tradizione.
Nonostante i diversi cambi di sede, la Fornace è rimasta legata alla zona Ticinese ed è rimasta un punto di riferimento per la produzione di decorazioni in cotto di grande finezza. Durezza, porosità, inattaccabilità agli acidi, permeabilità all’acqua, potere isolante, durata e resistenza al gelo sono le caratteristiche che rendono unico il cotto della Fornace la cui produzione segue ancora procedimenti antichi. Fondamentale è la lenta essiccazione fatta in maniera naturale a cui segue una cottura a oltre 1000°C per 24 ore che trasforma l’argilla, inizialmente grigiastra, nel brillante rosso tipico del cotto lombardo.
Vasi, anfore, camini, meridiane, mensole, lampade, lavelli, rosoni e statue sacre sono alcuni dei prodotti realizzati presso la Fornace che collabora anche con architetti e fioristi per comporre terrazzi e giardini personalizzati e che per l’edilizia realizza elementi per il restauro di facciate in klinker e cotto. La Fornace può essere una meta piacevole per chi desidera trascorrere una giornata rilassante in un angolo della vecchia Milano alla scoperta di una tradizione secolare, ma anche un’affascinante fonte d’ispirazione per artisti e hobbisti. Nel salone c’è uno spazio super accessoriato per scatenare la propria creatività e presso i forni a carrello è possibile cuocere le proprie opere anche di grandi dimensioni e ritirarle nell’arco di pochi giorni. Un momento ideale per venire da queste parti è il terzo fine settimana di maggio: potrete visitare tutti gli spazi della Fornace, compresi gli atelier privati dove lavorano scultori, pittori, fotografi e i tanti artisti che popolano questo piccolo grande borgo.
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