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SPORT

Sfidando la gravità

Oggi per arrampicare non è più necessario conquistare la vetta. Oltre alle pareti attrezzate a bassa quota ci sono i centri indoor, perfetti per salire in sicurezza su muri artificiali o fare bouldering sui massi, senza rinunciare al brivido del rischio.

DI Marilena Roncarà

20 October 2013

Da attività riservata agli appassionati di alpinismo o agli irriducibili del brivido, l’arrampicata è ormai diventata uno sport sempre più di massa, che segna un incremento annuo di circa il 10 per cento. Merito delle palestre di climbing indoor, che a Milano sono in continua ascesa, e di un cambio di tendenza: 30 anni fa l’unica cosa importante era arrivare in vetta, adesso l’arrampicata stessa e il suo stile stanno conquistando un ruolo centrale. L’esplorazione delle infinite possibilità di movimento, la lotta contro la gravità e la perenne sfida con se stessi sono solo alcuni degli elementi di attrazione di questa disciplina, a cui si arriva con le motivazioni più diverse. “Sono stati la passione per la montagna e l’esigenza di mettermi in sicurezza dopo uno spavento ad accendere il mio interesse per il climbing”, ci racconta ad esempio Roberto Presterà, istruttore di alpinismo e fondatore assieme ad altri soci di Fantasyclimbing, una palestra “speciale” sita in zona Washington: 3500 prese per una superficie arrampicabile di 110 metri quadri, alta fino a 3 metri. Qui si impara ad arrampicare senza corde in un ambiente suggestivo, su muri illuminati da luci fluorescenti e con un sottofondo musicale. Presterà che, non solo ha 25 anni di danza alle spalle, ma è anche musicista, regista, fotografo ed esperto di arti marziali, ci racconta infatti come Fantasyclimbing sia un progetto nato dalla necessità di contaminare ambiti diversi. “Per me l’arrampicata è ricerca del gesto, per questo la associo alla danza e la mia palestra è anche un laboratorio artistico, dove lo studio della tecnica è affiancato da una parte – quella fantasy per intenderci – di lavoro con la musica, la creatività e il gioco”. È un modo per provocare delle reazioni, per qualcuno sarà semplice divertimento, per altri emozione pura, ma l’offerta è a 360 gradi e l’obiettivo è creare motivazione, socialità e gruppo.

Che il climber isolato vada poco lontano (perché dopo un po’ si stanca) ne è convinto anche Roberto Capucciati, geofisico, istruttore di arrampicata sportiva, nonché fondatore assieme ad altri 2 amici di quello che 10 anni fa è stato il primo centro di arrampicata di Milano e che tuttora resta (come dice il nome) un Passaggio Obbligato per gli appassionati di climbing. La palestra presenta delle pareti artificiali alte fino a 8 metri da scalare muniti di corde e imbraghi, ma è dedicato soprattutto al bouldering, che consiste nell’andare su vie basse (fino a circa 6 metri) senza imbrago, ma con morbidi materassoni a terra. “Abbiamo scelto il bouldering – ci spiega Capucciati – per le sue spiccate caratteristiche di socialità e divertimento”. Nel bouldering, infatti, mentre uno scala, un gruppetto di altri 4 o 5 arrampicatori resta giù a parare e tra tutti c’è un avvicendamento rapido, con la possibilità di scambiare battute e consigli. Ed è proprio la socialità a trovare grande spazio a Passaggio Obbligato: oltre alla zona di allenamento sono presenti un bar, un negozio e una sala proiezioni, perché, come sottolinea Cupucciati, “questo è un posto dove si può arrivare direttamente dopo l’ufficio, si prova una nuova sequenza di movimenti, si chiacchiera, si ride, si beve una birra”.

Ma chi sono gli appassionati di climbing indoor? C’è chi arriva dall’alpinismo e cerca un posto per allenarsi, chi è curioso e chi proviene dal fitness e scopre nell’arrampicata una ricerca di movimenti mai ripetitivi, per poi spingersi ad apprezzare l’adrenalina dell’altezza e l’emozione del volo (nel bouldering ci si lancia sul materasso da altezze di 5 o 6 metri). “All’inizio è stata dura – prosegue Capucciati – perché quella dell’arrampicata è un’onda lunga e lenta, ma ora il climbing è uno dei pochi sport indoor non in crisi”.

Questo lo sanno bene i ragazzi di Vert Climb, una palestra aperta a marzo 2012 a Gessate, che in breve ha registrato un boom di iscritti (oltre 1500). E come tutta risposta i tre soci fondatori hanno deciso di riprendere l’attività questo settembre con la messa a punto di nuove modifiche alla struttura: una parete più strapiombante e una grotta nel boulder, per offrire un servizio migliore. Un segno di vitalità alla faccia della crisi.

A questo punto non resta che provare e a Milano, oltre i centri sopra citati, offrono “appigli di ogni sorta” anche Rock Spot, Way Out e La Tonic di via Mestre. Gli spiderman milanesi hanno solo l’imbarazzo della scelta.

Foto di apertura palestra Vert Climb. 

Articolo pubblicato su Club Milano 16, settembre - ottobre 2013. Clicca qui per sfogliare il magazine. 

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