Silenziosi, romantici, appartati. I chiostri hanno un fascino eterno che regala ore di pace e bellezza a chi in città cerca un momento al riparo da stress, rumori e corse. A spasso per Milano alla (ri)scoperta dei chiostri di cui innamorarsi in una passeggiata solitaria o in compagnia
DI ALESSANDRA CIOCCARELLI
08 January 2024
Disseminati qua e là tra le vie e le piazze milanesi, i chiostri sono un’oasi intima e bucolica per passeggiare nel silenzio, leggere un libro, rilassarsi e godere di qualche ora a testa in su a contemplare le nuvole. Lungo Corso Magenta, all’interno di Santa Maria delle Grazie, sorge l’incantevole chiostro delle Rane che prende il suo nome dalla fontana al centro del giardino, dove quattro sculture di rane in bronzo fanno capolino. Il chiostro dall’aria fatata ha forma quadrata ed è circondato da colonne corinzie con capitelli ornati da racemi floreali; dovrebbe risalire alla fine del ‘400 e sembra sia opera del Bramante. Non lontano dal chiostro delle Rane meritano una visita i chiostri di Sant’Ambrogio, oggi sede dell’Università Cattolica, e progettati sempre da Bramante nel 1497. Commissionati da Ludovico Sforza, i chiostri sono uno in stile dorico e l’altro in stile ionico e la vivace vita universitaria si svolge sotto il loro porticato. Caratterizzati da arcate insolitamente alte, 7,5 m di altezza, i chiostri risultavano adatti a ospitare sia grandi stanze a doppia altezza, come mense e biblioteche, sia celle per i monaci su due piani. Anche gli studenti dell’Università degli Studi, che frequentano la sede di via Festa del Perdono, hanno la fortuna di godersi una sfilata di magnifici chiostri. Sulla parte destra del Filarete, il cortile d’onore del Seicento che accoglie i visitatori, si sviluppano quattro spazi: Cortile Ghiacciaia, Cortile Legnaia, Cortile Farmacia, Cortile Bagni. Passeggiando avrete la piacevole sensazione di tornare indietro nel tempo e assaporare atmosfere rinascimentali. I curiosi nomi sono legati all’origine del complesso: il cortile Ghiacciaia, ad esempio, quando al posto dell’Università vi era l’ospedale di Milano, era il cortile adibito appunto a tenere il ghiaccio.
Alle spalle del Tribunale e a pochi passi dalla Rotonda della Besana si trovano invece i chiostri di San Barnaba. Oggi location polivalente – sono adibiti a ristorante, caffè, sala espositiva, sede di corsi ed eventi – in origine i chiostri facevano parte del complesso del convento di Santa Maria della Pace, edificato tra il 1466 e il 1497 per volere di Bianca Maria Visconti. Ad attendervi ci sono il chiostro dei Pesci, il più grande, su cui si affaccia il Salone degli Affreschi, antico refettorio del Convento; il chiostro delle Statue, incorniciato da magnolie e dalla vista sul campanile della chiesa; il chiostro delle Memorie, tutto bianco con rigogliosi bossi; il chiostro dei Glicini con cascate floreali che si arrampicano sulle colonne del porticato.
In visita al Museo Diocesano, date un’occhiata ai chiostri della Basilica di Sant’Eustorgio, mentre in zona Duomo ammirate i chiostri quattrocenteschi di Palazzo Carmagnola, sede del Piccolo Teatro Grassi. Altrettanto splendidi ma più difficili da visitare – l’accesso non è libero, ma provate a chiedere la gentilezza di dare un’occhiata o aspettate le giornate speciali di apertura – sono infine il chiostro di Santa Maria Maddalena al Cerchio, in via Cappuccio 5, e i chiostri di San Simpliciano, parte della Facoltà di Teologia di Milano: qui nella giusta stagione potrete ammirare filari di rose.
L’articolo è stato pubblicato su Club Milano 69. Clicca qui per sfogliare il magazine.