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CITTÀ

Il Centro dell’Incisione sul Naviglio Grande

Alberi parlanti, macchine volanti, animali e uomini fluttuanti popolano le incisioni surreali ed eleganti di Gigi Pedroli, l’artista che nel 1975 ha fondato con la moglie Gabriella Casarico il Centro dell’Incisione. Un centro, lungo il Naviglio Grande, che produce e promuove l’arte

DI ALESSANDRA CIOCCARELLI

05 January 2025

Abitanti silenziosi e spesso schivi, gli artisti e artigiani che popolano il Naviglio Grande hanno creato delle oasi creative tra le corti del canale meneghino, dove, al riparo dalla movida più chiassosa, vivono secondo un ritmo più morbido e lento. Passeggiare in queste fucine d’arte affacciate sulle sponde del Naviglio Grande regala un viaggio nel tempo alla scoperta di una Milano sempre più rara da incontrare.

Tra i custodi della Milano di un tempo, al civico 66 dell’Alzaia Naviglio Grande, c’è il Centro dell’Incisione, un luogo dove si può ancora ascoltare il dialetto milanese nelle parole e nelle canzoni del maestro Gigi Pedroli, osservare e apprendere l’arte dell’incisione su metallo e sentire il calore dell’accoglienza di Gabriella Casarico che illustra con cura ai visitatori le opere di oltre 50 incisori italiani. Era il 1975 quando Gigi insieme alla moglie Gabriella inaugurò l’ambizioso progetto del Centro dell’Incisione, una realtà dalle tante anime… Atelier, scuola, spazio espositivo, ma anche punto di ritrovo per un gruppo di amici artisti, sopravvissuto negli anni alle trasformazioni del quartiere: di acqua sotto i ponti ne è passata e, oggi, il Naviglio Grande è considerata una delle dodici strade più belle d’Europa secondo il NY Times; e per il lavoro di conservazione e promozione della cultura milanese Gabriella e Gigi hanno ricevuto nel 2020 l’Ambrogino d’oro.

A rendere unico il Centro dell’Incisione è anche la sede che lo ospita: il Centro ha trovato casa nello scenario poetico di Palazzo Galloni, forse una delle più antiche cascine di città e tra gli edifici più antichi della zona. Sorto agli inizi del Seicento, il complesso era di proprietà dell’omonima famiglia di commercianti e sorgeva a pochi passi dalla Darsena, il porto nato per favorire i commerci sempre più vivaci lungo i corsi d’acqua milanesi. In origine il complesso di Palazzo Galloni era preceduto da un portico a cinque arcate – oggi vi è un’unica apertura che fa da ingresso al Centro – che aveva funzione di deposito merci. La ricca vegetazione che incornicia il Palazzo è opera sempre del maestro Pedroli: fu l’artista a portare qui negli anni Settanta due piantine di vite del Canada che sono cresciute nel tempo in modo esponenziale e che regalano scatti meravigliosi nel periodo del foliage. Fu appunto nel 1975 che Pedroli, la moglie Gabriella e il loro gruppo di artisti riaprirono al pubblico una parte del pianterreno di Palazzo Galloni e diedero nuova vita a tre stanze affacciate sul cortile interno che ancora oggi accolgono l’archivio, lo spazio espositivo per le mostre e il laboratorio di incisione. Gli inizi non furono tutti rose e fiori poiché il pubblico stentava a frequentare la nuova realtà a causa della precedente fama del luogo, ma l’impegno di Pedroli e degli artisti raccolse nel tempo buoni frutti. Le tante mostre e incontri proposti – in un clima conviviale di pane, salame e Bonarda – nonché le serate di cabaret incuriosirono sempre più gente e tanti diventarono frequentatori abituali del Centro che nel tempo iniziò a proporre corsi di incisione per adulti, bambini e scolaresche e a diventare un importante punto di riferimento per gli artisti che di questa tecnica volevano farne una professione.

E oggi? L’atelier, aperto dal martedì al sabato, porta avanti la tradizione dell’incisione – xilografia, calcografia a bulino, acquaforte – e ogni sabato mattina ci sono corsi aperti al pubblico, dove potreste avere la fortuna di incontrare come insegnante proprio Gigi Pedroli.

L’articolo è stato pubblicato su Club Milano 73

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