A Bruxelles, a caccia di Art Nouveau

Raramente Bruxelles figura ai primi posti delle classifiche delle capitali d’Europa da non perdere. La città è quasi esclusivamente associata alle istituzioni europee, non è bella come Roma, Vienna o Parigi e il clima, diciamocelo, non è tra i più invitanti per sceglierla come meta per un weekend di svago. Eppure, tra le sue strade varcate ogni giorno da migliaia di funzionari europei si nascondono alcuni degli edifici più affascinanti del vecchio continente, veri gioielli che si visitano con calma e senza folle di turisti impegnati a scattarsi selfie nella splendida Grand Place, con i palazzi delle corporazioni, e fare acquisti nelle gustose cioccolaterie delle Galeries Royales Saint-Hubert. In pochi lo sanno, ma Bruxelles ospita oltre mille edifici in stile Art Nouveau. Quasi ogni strada del centro e negli immediati dintorni, infatti, rivela splendide facciate dietro cui si nascondono interni elaborati, mosaici, vetri colorati e cortili lussureggianti.

È il 1893 quando l’architetto belga Victor Horta dà gli ultimi ritocchi all’Hôtel Tassel, una struttura dalla facciata moderna e interni sontuosi, vetri colorati, mosaici, decori floreali, scale a spirale, linee morbide e arredi in ferro battuto, progettata nei minimi dettagli per ospitare Emile Tassel, professore universitario e massone. 130 anni dopo, Bruxelles celebra l’Art Nouveau e si riconferma capitale di questo movimento artistico internazionale senza precedenti che in poco tempo ha conquistato città dal calibro di Parigi, Barcellona, Vienna. L’occasione è unica per scoprire la capitale più sottovalutata d’Europa e la sua più famosa corrente artistica, nata come reazione alle rigide architetture dello sviluppo industriale dell’Ottocento.

Hôtel Tassel, foto di Jean-Paul Remy. Courtrsy Visit Brussels

Punto di partenza è il Museo Horta, casa-atelier che l’architetto costruì per sé e la moglie in rue Américaine, emblema del periodo di massimo splendore dell’Art Nouveau: mosaici, vetri colorati, luce naturale che filtra dai grandi finestroni, affreschi. Fino a dicembre, qui è visitabile la mostra dedicata a questo rivoluzionario artista. Per i più curiosi, la dirimpettaia New Hope è una galleria d’arte con giardino interno che raccoglie pezzi chiave della storia dell’arredamento del XX secolo. Poi, senza dimenticare le nuove sale dedicate all’Art Nouveau al Musées Royaux d’Art et d’Histoire, ci si perde tra le architetture fresche di restauro della Maison Hannon di Jules Brunfaut, oggi museo, concepita per l’esteta e collezionista Edouard Hannon, si ammirano le stanze dell’Hôtel van Eetvelde, centro studi e punto informativo per l’anno dell’Art Nouveau, fino al Centro Belga del Fumetto ospitato in un eccezionale edificio progettato da Horta.

L’itinerario prosegue con tappe alla Maison Autrique, pietra miliare della corrente architettonica, da poco restaurata, museo e sede di mostre temporanee dedicate all’Art Nouveau, e alla Maison Cauchie, ex abitazione privata degli omonimi coniugi artisti. L’ultima tappa? L’iconico Hôtel Solvay, opera di Horta a cui fu data carta bianca per la realizzazione dell’intero edificio per il figlio del famoso magnate dell’industria chimica Ernest Solvay. La facciata sormontata da balconi spicca nell’elegante Avenue Louise, mentre l’interno (visitabile su prenotazione, con tour guidati) è un’esplosione di elementi decorativi. Un caleidoscopio di colori, archi, vetrate policrome e colonne che ipnotizza per la sua bellezza. Un’esperienza indimenticabile che stupisce e coinvolge in maniera immersiva anche i non esperti.   

Maison Autrique, foto di Jean-Paul Remy. Courtrsy Visit Brussels

In apertura, Ho?tel Solvay. Foto di Gilles van den Abeele