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STILI

Il dono della sintesi della moda uomo

Da Firenze a Parigi, passando naturalmente per Milano, le passerelle della moda maschile hanno regalato una sensazione di armonia. Il dialogo fra tradizione, creatività e stili diversi ha infatti dato vita a collezioni equilibrate e contemporanee

DI GIULIANO DEIDDA

01 October 2024

Le collezioni maschili per la primavera estate 2025, che si sono alternate sulle passerelle italiane e francesi lo scorso giugno, hanno lasciato una sensazione di piacevole e rassicurante curiosità. Nonostante i drammi e le incertezze del momento storico, l’impressione è quella di un settore che non rinuncia al proprio ruolo e che mette in campo tutto il know-how e la creatività a disposizione, per riposizionare lo stile sotto i riflettori. Certo, sono lontani i tempi in cui Milano Moda Uomo vantava un calendario talmente ricco da paralizzare la città, come succede oggi per il Salone del Mobile. Nonostante questo, l’ultima edizione ha dimostrato che la nostra città è ancora uno dei palcoscenici privilegiati per la moda uomo. Sarà stato il ritorno di Moschino o l’arrivo di Martine Rose e Dunhill, che si sono uniti al mix di maison storiche capisaldi della manifestazione e nuovi talenti, fatto sta che è emersa un’idea di incontri di visioni diverse, chiara e contemporanea. A questo si può anche aggiungere che le fashion week al maschile, attraendo meno influencer ed esibizionisti digitali dell’ultima ora rispetto a quelle femminili, concedono decisamente più visibilità a quello che succede in passerella.

Questa sensazione di ritorno alle origini l’avevamo respirata già il primo giorno di Pitti Uomo, l’evento fiorentino che tradizionalmente inaugura la stagione, monopolizzato da Paul Smith, che per una volta ha tradito la settimana della moda parigina per presentare la nuova collezione della prima linea a Villa Favard, con una formula da lui definita “più personale e che venisse più dal cuore”. Il designer ha infatti illustrato al pubblico uno alla volta i look di una collezione caratterizzata dal consueto approccio giocoso alla sartorialità. Le cravatte kitsch annodate liberamente sono abbinate a camicie tono su tono sotto giacche in denim e blazer destrutturati in tela di cotone. Gli abiti sono realizzati con classici tessuti pied de poule e Principe di Galles, che ricordano la Swinging London degli anni Sessanta, mentre i capispalla utilizzano tessuti audaci per ottenere effetti accattivanti. L’allure artistica dell’epoca è declinata nella collezione dello stilista inglese in modalità attuale, in una continua conversazione tra presente e passato. A guardar bene, la chiave di lettura delle proposte di tutte queste sfilate è proprio il dialogo tra elementi diversi e a volte opposti, mai il clash, anche perché purtroppo scontri e violenza hanno fin troppo spazio nelle cronache.

Chi si è confrontato col passato con garbo è sicuramente Adrian Appiolaza, nella seconda passerella di Moschino sotto la sua direzione creativa. Lo show ha visto avvicendarsi citazioni surrealiste e pezzi d’archivio della maison, in uno scambio continuo tra passato e futuro che probabilmente sarebbe piaciuto molto a Franco Moschino. Gli archetipi del brand c’erano quasi tutti, stampe, margherite, palloni da calcio, macchie di sugo, uova fritte, trompe-l’oeil e smilies, tutti remixati secondo codici contemporanei. Merita una menzione a parte la Survival Jacket, ripescata dalla primavera estate 1992, un connubio avanguardista tra formale e workwear, estremamente in sintonia con la contemporaneità. Si è trovato davanti a una scommessa simile anche Alessandro Michele che, fedele alla sua impronta da outsider sempre e comunque, ha deciso di lanciare a sorpresa la prima collezione per Valentino, la Resort 2025, con una zoom call per pochi giornalisti, proprio il giorno in cui ci sarebbe stata la sfilata di Gucci. Avant les Débuts, questo il nome scelto, è composta da 171 look, nei quali la visione tipica di Michele si combina con l’importante e ingombrante heritage del fondatore di una delle griffe più simboliche della moda italiana, risultato di un continuo esercizio di stemperamento di personalità e citazioni d’archivio.

Miuccia Prada e Raf Simons invece sono andati alla ricerca di un confronto tra realtà e immaginazione, invitando il pubblico a guardare le cose da vicino. I capi della collezione infatti da lontano appaiono molto diversi da quello che sono veramente, grazie a un uso inedito del trompe-l’oeil, per esempio. La concretezza del reale è invece enfatizzata dal fatto che gli indumenti hanno un aspetto vissuto, sono stropicciati, non sembrano nuovi, per sottolineare che sono i corpi a dar loro forma e, di conseguenza, vita. Maison Mihara Yasuhiro prova addirittura a raccontare con una sfilata la pirandelliana contrapposizione tra maschera e reale personalità, tra pubblico e privato, nella nostra era digitale in cui le due dimensioni sono sempre più indistinguibili. Le nostre finzioni quotidiane sono rappresentate dal brand con ironia, attraverso giacche in denim, camicie e blouson composti solo dalla parte frontale. Quella di Jonathan Anderson è invece da sempre una ricerca di equilibrio tra estremi opposti, a partire dalle forme, sempre eccessive, macro e micro. Il risultato è in genere di successo, parliamo comunque di uno di quei designer in grado di rendere virale e commerciale la propria vivace creatività. Questo vale naturalmente anche per le ultime collezioni, sia la primavera estate 2025 di Loewe, non a caso intitolata ironicamente A Radical act of Restraint (Un radicale atto di moderazione), sia la p/e di JW Anderson, una carrellata onirica di forme e dimensioni eccessive, dai cappotti trapuntati ai piumini vaporosi, passando per i bomber esagerati. Qui non sono mancati naturalmente dei pezzi destinati a diventare cult, a partire dalla maglieria, come i cardigan decorati dalle facciate delle case georgiane, e i girocollo in collaborazione con la birra Guinness, un vero colpo di genio.

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Prada, collezioni uomo primavera estate 2025 

L’articolo è stato pubblicato su Club Milano 72

 

 

In apertura, il backstage della sfilata Loewe primavera estate 2025. Foto di Molly Lowe

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