Il nuovo Tudor 1926 Luna celebra il fascino del satellite terrestre trasformandolo in gesto quotidiano: elegante, essenziale e carico di simbolismo. Un orologio che invita a riconnettersi con il tempo e a vivere ogni istante con consapevole stile
DI REDAZIONE CLUB MILANO
25 September 2025
Tudor alza lo sguardo al cielo e ne cattura la magia con il nuovo 1926 Luna, primo orologio della maison a ospitare la complicazione delle fasi lunari. Il segnatempo nasce dalla collaborazione creativa con l’artista Jay Chou e celebra la poesia del cielo notturno con una raffinatezza che unisce design classico e innovazione.
La cassa in acciaio 316L da 39 mm, ricavata da un unico blocco, è completamente lucidata, creando un elegante contrasto con il vetro zaffiro bombato che ne amplifica la presenza. La lunetta liscia incornicia un quadrante bombato satinato soleil disponibile in tre tonalità: blu profondo, nero intenso e champagne, quest’ultimo frutto della visione di Jay Chou. A ore 6, l’indicatore delle fasi lunari diventa il cuore poetico dell’orologio: nella versione champagne un disco in oro sembra emergere lentamente da un ritaglio nero, evocando il mistero del chiaro di luna crescente o calante.
L’eleganza è sottolineata da dettagli raffinati: numeri arabi pari applicati, indici a freccia sfaccettati e lancette a gladio creano un gioco di luci in continuo movimento. Il bracciale in acciaio a sette file, con maglie esterne satinate e centrali lucide, avvolge il polso con naturalezza, coniugando comfort e brillantezza.
Sotto questa bellezza lavora il calibro automatico T607-9, regolato per offrire prestazioni cronometriche affidabili e alimentare la complicazione lunare. Fondello e corona a vite assicurano un’impermeabilità fino a 100 metri, rendendo il 1926 Luna un compagno elegante ma robusto per ogni occasione.
Indossarlo significa portare al polso un frammento di cielo: non solo un orologio, ma un invito a rallentare, osservare il passare del tempo e ritrovare la connessione con i ritmi naturali. Il 1926 Luna trasforma ogni sguardo al polso in un momento contemplativo, sospeso tra ingegneria svizzera e poesia cosmica.