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ARCHITETTURA

Il Memoriale Brion e le sue molteplici connessioni

Il Memoriale Brion che Carlo Scarpa ha realizzato ad Altivole è da sempre volano emozionale nel dialogo tra uomo, architettura e territorio. In seguito alla donazione della famiglia Brion al FAI il monumentale complesso è aperto al pubblico a partire da luglio e nuove connessioni si affacciano all’orizzonte.

DI REDAZIONE CLUB MILANO

28 July 2022

Il Memoriale Brion realizzato sul finire degli anni Sessanta da Carlo Scarpa, architetto tra i più rappresentativi ed emblematici del panorama italiano, continua a generare connessioni riportando il piccolo centro veneto di Altivole sulla mappa internazionale del design. Da poco è stato infatti donato dalla famiglia Brion al FAI, diventando il 70° bene del Fondo per l’Ambiente Italiano. Ed è di questi giorni la notizia che il monumento ospiterà alcune scene del sequel di Dune, kolossal di fantascienza diretto da Denis Villeneuve e vincitore di sei premi Oscar.

Il Memoriale fu commissionato a Carlo Scarpa da Onorina Tomasin-Brion, per onorare la memoria del defunto congiunto Giuseppe Brion, fondatore e proprietario della Brionvega, famosa azienda di elettronica. All’interno del complesso funerario si estende un’area di 2200 mq, rialzati rispetto al piano di campagna e cinti da un muro inclinato, per consentire la vista del paesaggio circostante. Tra prati e vasche di ninfee sorgono quattro edifici. Il fulcro del complesso è il cosiddetto arcosolio, un arco-ponte ribassato in cemento rivestito all’interno da un manto rilucente di tessere di vetro con retrostante foglia d’oro, che protegge le arche dei due coniugi Giuseppe e Onorina Brion, simbolicamente inclinate, come eternamente protese l’uno verso l’altra.

Memoriale Brion

Cadore Interiors indaga sul significato dell’opera

In occasione del restauro di Memoriale Brion, conclusosi nel 2021, Cadore Interiors (azienda specializzate anella realizzazione di arredi per il settore hospitality e risidential, ndr) ha dato origine al progetto Invito al Viaggio, articolato in diversi momenti. In prima battuta la produzione del docufilm Le Voyage d’Or di Riccardo de Cal incentrato sul restauro dell’opera e prodotto dal Comune di Altivole. Poi la realizzazione di un concorso fotografico di successo in collaborazione con Refin e Brionvega, presentato durante l’ultima Milano Design Week. In ultima istanza la pubblicazione di un podcast sul tema.

Le Voyage d’Or

Nel docufilm Le Voyage d’Or la protagonista, una turista giapponese giunta ad Altivole per visitare il Memoriale Brion, è costretta a cambiare i propri piani perché trova il monumento chiuso per restauri. L’imprevisto la guida ad un percorso di scoperta alternativo basato sulla visita ad alcuni dei rinomati artigiani che hanno lavorato al restauro. Un percorso basato quindi sulla centralità del dettaglio – vero punto fermo dell’opera dell’architetto – e sulla capacità tanto di progettarlo quanto di realizzarlo con la massima maestria.

Il concorso fotografico

Aperto a tutti i fotografi amatoriali di qualsiasi nazionalità, il contest fotografico ha richiesto ai partecipanti di rappresentare in foto il Memoriale Brion di Scarpa o ispirarsi al suo messaggio di eccellenza progettuale. La fotografia dunque è diventata un veicolo per diffondere ulteriormente la conoscenza dell’opera più preziosa e misteriosa lasciata da Carlo Scarpa. Le opere finaliste sono state esposte al Brera Design District durante l’ultimo Fuorisalone, mentre Cadore Interiors ha premiato i vincitori all’interno del proprio stand al Salone del Mobile.

Memoriale Brion

Allo scatto di Fabio Marcoleoni che ha saputo cogliere l’aspetto di armonia con l’ambiente che caratterizza Memoriale Brion è andato il Premio “Ambiente e Territorio”

Il Podcast

L’elemento più caratteristico del progetto Invito al Viaggio è il podcast omonimo. Un valido strumento per indagare sulle relazioni tra l’opera, il territorio e lo sviluppo del Made in Italy. Disponibile su Spotify, il podcast in quattro puntate raccoglie una serie di testimonianze che forniscono chiavi di lettura nuove e più ampie sull’opera, il suo concepimento, la realizzazione, il suo ruolo nell’ambito del territorio, nonché sulla figura di Carlo Scarpa, anche da angolazioni inedite.

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