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VIAGGIO

Gorgona, l'isola che c'è

Nel Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano, Gorgona, isola-carcere ora aperta al turismo, è un gioiello ancora in parte inesplorato e selvatico. Ecco come accedere al suo territorio incontaminato e cosa visitare.

DI FRANCESCA MASOTTI

11 May 2022

2,23 chilometri di superficie e uno sviluppo costiero di circa 5 chilometri: sono i numeri di Gorgona, la più piccola e settentrionale delle isole del Parco Nazionale dell’Arcipelago Toscano. Un gioiello in roccia posizionato al largo della costa toscana – per la precisione a 36 km da Livorno, da cui dipende amministrativamente – fino a pochi anni fa interdetto al turismo, ma oggi visitabile. Anche se le regole per le visite e l’ammissione sull’isola, data la sua storia peculiare e la fragilità dell’ecosistema, sono molto severe. Questo, infatti, è il regno della natura: nel suo territorio incontaminato, in prevalenza montuoso, crescono oltre quattrocento tipi di piante, tra cui, lecci, pini d’Aleppo, castagni e ontani neri, oltre alla più comune macchia mediterranea. E grazie alla sua posizione strategica lungo il transito di flussi migratori, l’isola toscana è inoltre scelta da diverse specie di volatili per nidificare.

Un microcosmo nel cuore del Tirreno

Tutto il territorio è una sorpresa continua: dalle rocce aspre a picco sul mare alle grotte nascoste, come quella del Bove Marino, un tempo rifugio di foche monache, fino a Cala Maestra, Cala Marcona e Cala Scirocco, una più affascinante dell’altra. Anche le tracce della presenza dell’uomo sull’isola non sono da meno. A cominciare dal piccolo porto intorno al quale si è sviluppato l’abitato principale e poi, le fortificazioni, Torre Nuova e soprattutto Torre Vecchia, costruita durante la dominazione dei Pisani con funzione di avvistamento e difesa. Più in alto, ancora, c’è Villa Margherita, costruita su antichi resti d’epoca romana. Fu scelta nel V secolo da monaci eremiti che edificarono il monastero di Santa Maria e San Gorgonio, del quale oggi sono presenti solo alcuni resti, e la chiesa di San Gorgonio restaurata nel XVIII secolo.

Isola di Gorgona

Foto di R. Ridi 

Progetto Gorgona

Oggi Villa Margherita è sede del penitenziario – attivo dal 1869, inizialmente come succursale di quello di Pianosa – luogo di sconto della pena e, al tempo stesso, di recupero e riscatto. I detenuti, infatti, operano fuori dalle loro celle, lavorano nell’orto o nella vigna e curano gli animali. Un processo di redenzione molto diverso da quello applicato nelle carceri comuni. Si tratta, infatti, di un bel progetto di inclusione sociale avviato nel 2012 dall’azienda Frescobaldi. I detenuti, con la collaborazione e supervisione di agronomi ed enologi Frescobaldi, fanno un’esperienza concreta e attiva nel campo della viticoltura. Imparano il mestiere: corsi di potatura, manutenzione delle vigne, cura delle attrezzature. Tutto in vista del successivo reinserimento nel mondo del lavoro. Vermentino e Ausonica sono le uve, Gorgona è il nome riportato sull’etichetta. Frutto dell’unicità del luogo, del lavoro dell’uomo e simbolo di speranza e libertà.

Isola di Gorgona

Foto di R. Ridi

Gorgona, si va in traghetto

Come si raggiunge l’isola? Gli accessi sono contingentati e ci sono molte restrizioni, ma dal 2016 Gorgona si può finalmente visitare. Il traghetto salpa dal Porto Mediceo di Livorno e le visite sono autorizzate dall’Amministrazione Penitenziaria in accordo con l’Ente Parco da marzo a ottobre (agosto escluso), secondo un calendario concordato per un numero massimo di 100 visitatori al giorno. La visita consiste in un’escursione trekking lungo il percorso autorizzato – trattandosi di un’isola carceraria, non è possibile muoversi liberamente – di 7 km con un dislivello totale in salita di 300 metri. Dal terrazzo panoramico del Belvedere, che dista dal porto 500 metri circa, si raggiunge la Torre Nuova utilizzando le strade sterrate realizzate dall’Amministrazione Penitenziaria, si prosegue poi verso Punta Paratella, che regala magnifiche viste su Cala Maestra, il cimitero storico dell’isola fin alla Torre Vecchia. Storia, mare e silenzio.

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