È disponibile su tutte le piattaforme, in CD e doppio LP il primo album voce e pianoforte di Francesco De Gregori e Checco Zalone, presentato in anteprima alla Santeria di Milano. Sul canale Vevo di De Gregori i videoclip di Buonanotte fiorellino e Rimmel
DI PAOLO CRESPI
15 April 2024
«Perché l’abbiamo chiamato Pastiche? Ma come, non avete sentito?».
L’uscita di un album di Francesco De Gregori & Checco Zalone è di per sé un fatto inedito. Lo è ancor più se a presentarlo dal vivo – con una verve che ritroveranno, amplificata, gli spettatori dei concerti-evento del 4 e 9 giugno alle Terme di Caracalla – sono i due protagonisti dell’operazione che è “un grande mash up di musica”, per dirla con il Principe, ma pur sempre d’autore.
De Gregori, in primis, voce guida del doppio LP “piano e voce”, con interventi della sua band e dell’Orchestra italiana del cinema, ma anche Luca Medici (vero nome di Zalone) e in aggiunta Antonello Venditti, Fiorenzo Carpi, Pino Daniele, Paolo Conte, tutti omaggiati con una cover.
Si comincia con un atteso (per un’ora) e ilare show case dei due artisti alla milanese Santeria di viale Toscana, che ci dà un saggio delle sonorità e delle atmosfere vintage, come la copertina “carosoniana” del disco pianistico, concepito tra una “cacio e pepe” e una carbonara a casa De Gregori, complice «uno Steinway che non ha mai suonato così bene fino a quando ci ho messo le mani io», ovvero Zalone, e registrato in presa diretta in uno studio di Grottaferrata, a venti chilometri dal centro di Roma.
Si prosegue con la conferenza stampa vera e propria, divertente e seria al tempo stesso, in cui Checco e Francesco, berretto da baseball e lobbia rigorosamente calati in testa, scherzano sui rispettivi ruoli e sul travaso di talenti che questo primo progetto insieme, riuscita contaminazione di generi e stili, potrebbe prima o poi innescare. L’autore di Generale e La donna cannone incalza il musico-cineasta, campione d’incassi: «Basta con il cinema che nella tua vita è stata una cosa perdente».
«Ora arrivano i proventi veri» gli fa eco il regista e interprete di Cado dalle nubi e Tolo Tolo, che volentieri assegnerebbe al socio una particina come attore: «Per ora ho messo a libro paga il cane di Francesco, che lo ha prestato a Lino Banfi per qualche ciak di Quo Vado».
I due svelano per la prima volta le modalità del loro incontro, da cui sono nate poi l’amicizia e la voglia di fare qualcosa insieme. «Ho conosciuto Checco attraverso i suoi film e, da fan, un giorno l’ho stalkerato», ammette De Gregori.
«Ero in gommone, al mare, con un amico, e stavamo facendo i polpi quando ho ricevuto un messaggio: “Ciao, ti vorrei tanto conoscere, sono qui a Bari per lavoro, firmato Francesco DG”. Lì per lì ho pensato a Dj Francesco» racconta Zalone. Che di questo suo fratello maggiore apprezza soprattutto le qualità umane: «Dopo i sessant’anni di solito gli artisti diventano livorosi. De Gregori non l’ho mai sentito parlar male, che so, della trap… Lui tende a smitizzare tutti, mi piace il suo essere del tutto immune da retorica e moralismi, ma con un profondo senso etico».
«Checco ha uno sguardo innocente e dolce sulle creature umane, la società. Quando mette in scena l’italiano medio, come facevano a suo tempo Sordi o Gassman, sa anche essere graffiante, ma non è mai cinico o cattivo. E come pianista è un suonatore istintivo e affettuoso, senza manierismi: cura la musica come una creatura che ama», è la replica di Francesco.
Ad aprire l’album c’è l’inedito Giusto o sbagliato, una tenera ballad che esprime una sorta di bilancio dell’esistenza e in cui si riconosce l’omaggio alla celebre My Way. «Avevo iniziato a tradurla – ricorda il cantautore – poi ho capito che in italiano non reggeva e che non aveva senso accostare la mia voce alle interpretazioni di mostri sacri come Sinatra e Presley. Così ho scritto un’altra canzone».
«Mi rendo conto che presentarmi al pubblico senza fare lo stupido può deludere» riflette il comico, presente anche in voce in un paio di brani. «Ma in fondo mi limito a fare quello che ha fatto già Woody Allen… con la differenza che io so suonare».
Sul filo della memoria condivisa, De Gregori racconta quando Zalone «fece irruzione in una libreria in cui presentavo Passo d’uomo, scritto a quattro mani con Antonio Gnoli, e mi costrinse a cantare la sua hit Gli uomini sessuali». A grande richiesta la eseguono come fuori programma per il pubblico della Santeria. «Nel disco non l’abbiamo messa… i capolavori non si toccano» proclama Zalone. In combutta col socio, in chiusura ci regala un altro gustoso aneddoto: «Quando ho incontrato per la prima volta Francesco gli ho detto: tu hai scritto grandi canzoni, ma la più bella è Il bandito e il campione, capolavoro…». «Già, l’ha scritta mio fratello, Luigi Grechi De Gregori, che è oggi è qui per me, in prima fila… vai Girardengo!». Applausi.
1. Giusto o sbagliato (Francesco De Gregori - Luca Medici - Francesco De
Gregori)
2. Pezzi di vetro (Francesco De Gregori)
3. Pittori della domenica (Paolo Conte)
4. Rimmel (Francesco De Gregori)
5. Putesse essere allero (Pino Daniele)
6. Atlantide (Francesco De Gregori)
7. Storia di Pinocchio (Carpi - Manfredi - Patrizi)
8. La Prima Repubblica (Luca Medici)
9. Le cose della vita (Antonello Venditti)
10. Falso movimento (Francesco De Gregori)
11. Alejandro (Luca Medici)
12. Pittori della domenica (Paolo Conte)
13. Giusto o sbagliato (con orchestra)
14. Buonanotte fiorellino (Francesco De Gregori)
15. Ciao ciao (Francesco De Gregori)