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Alberto Candiani

L’heritage incontra il futuro

Il debutto di TRC, il marchio fondato da Alberto Candiani, presidente di Candiani Denim, è stato uno degli highlights dell’edizione di giugno di Pitti Uomo. È lui stesso a raccontarci il progetto, realizzato in collaborazione con Grassi 1925

DI GIULIANO DEIDDA

09 December 2024

Come è nato il progetto TRC?

Da un istinto industriale, dal desiderio di chiudere un cerchio, dalla voglia di fare, da un heritage workwear e da un futuro sostenibile. Nasce da un mio sogno, talvolta represso dalle restrizioni legate al non poter creare un proprio marchio per non rischiare di creare competizione con i nostri clienti. Il progetto è rimasto chiuso in un cassetto per qualche anno e poi è stato liberato grazie a una telefonata con Roberto Grassi (presidente di Grassi S.p.a., NdR) nel mezzo della pandemia, quando tanti imprenditori hanno avuto tempo di sognare e progettare, per poi finalmente fare, unico verbo che abbia senso nel mio vocabolario. Grassi 1925 e Candiani si conoscono da sempre, letteralmente. Mio bisnonno aveva a che fare con loro nel dopoguerra, ai tempi eravamo anche concorrenti. Poi hanno intrapreso due strade completamente diverse, Candiani ha abbandonato il workwear negli anni Ottanta mentre Grassi si è allontanato dal tessile cotoniero per specializzarsi nella confezione. Questo ci rende oggi totalmente complementari e permette a TRC di trarre massimo vantaggio dal know-how di entrambe le aziende.

Che novità porta il brand sul mercato rispetto alla concorrenza?

Si tratta di una collezione realizzata con materiali innovativi, sostenibili e circolari. Il design è funzionale e creativo, la confezione tecnica e precisa, l’estetica è davvero unica, futurista e quasi brutalista, ma rispettosa del passato, di quell’heritage workwear da cui attingiamo aspetti tecnici e funzionali appunto. Inoltre offriamo di una qualità elevatissima a prezzi sufficientemente accessibili, questa oggi forse torna a essere una novità.

Quali sono gli highlights della collezione?

Sicuramente la sezione Mineral, una sorta di capsule costruita attorno a un tessuto venuto dal futuro, composto da ingredienti altamente innovativi e sostenibili, basati su minerali: il basalto, contenuto nei principi di agricoltura rigenerativa da cui otteniamo un cotone speciale, con fibra lunga e alta tenacità; lo zolfo delle tinture biosintetiche ottenute da elementi naturali e infine li grafene applicato sulla superficie, in grado di garantire un effetto termoregolatore e antimicrobico.

Avete scelto Pitti Uomo per il lancio lo scorso giugno. Come è andata? TRC tornerà a Firenze a gennaio?

Il lancio di dello scorso giugno a Pitti ha generato un incredibile interesse che ora stiamo strutturando nell’offerta, nella rete vendita, nell’imminente lancio del nostro sito e della piattaforma e-commerce. Ci saremo anche a gennaio 2025 con quella che a tutti gli effetti è la prima vera collezione TRC.

Chi è il destinatario di TRC?

Si tratta di uomini, tra i 20 e i 50 anni, un target ampio e pertanto inclusivo, ma ci infiliamo in una nicchia di mercato in cui non serve essere per forza giovani e nemmeno con portafogli così maturi. Il nostro cliente è certamente urbano, dinamico e anticonformista.

Come è distribuito il brand?

La distribuzione è gestita dallo showroom Marcona3 a Milano, che si occupa di molti territori, oltre che da agenti e distributori locali. Nel 2025 TRC sarà presente in oltre trenta Paesi.

A breve inaugurerete il nuovo spazio in piazza Mentana, che sarà l’epicentro del marchio, ma non solo. Cosa ci può anticipare?

Si chiamerà Candiani Corner, completerà l’adiacente Candiani Custom, dove realizziamo jeans su misura, con un'offerta ready made, collaborazioni e progetti speciali suddivisi in corner. Tra questi TRC sarà il protagonista assoluto.

Da dove nasce la passione del gruppo Candiani per questa piazza?

Dagli aperitivi al chiosco naturalmente.

Avete annunciato una collaborazione tra TRC e The Bloody Beetroots. In cosa consisterà questa contaminazione tra moda e musica?

Da sempre credo che moda e musica vivano su linee che corrono quasi parallele e si intersecano solo quando incontrano una sottocultura. Purtroppo quest’ultima viene normalmente riconosciuta tardivamente, quando si è manifestata nei suoi canoni valoriali ed estetici. TRC e The Bloody Beetroots nei propri relativi ambiti rappresentano elementi di rottura con li mainstream, amano la sperimentazione e l’avanguardia. Viviamo in un mondo in cui gli interessi di alcune community si manifestano e convergono in questa direzione sotto forma di appartenenza, immediatamente riconoscibili dalla propria estetica e che necessitano di una colonna sonora.

Quali sono i prossimi passi?

Certamente il lancio dell’e-commerce e della capsule Mineral, con il suo spazio dedicato all’interno del Candiani Corner di Piazza Mentana, inaugurato a inizio dicembre.

L’intervista ad Alberto Candiani è stata pubblicata su Club Milano 73

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