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GUSTO

Prenotazioni per uno

Per anni mangiare da soli al ristorante è stato un tabù. E per molti lo è ancora: passi il breve pranzo informale, magari per lavoro, ma il lunch o la cena in solitaria in un bel ristorante in città è qualcosa che crea ancora imbarazzo in diverse persone.

DI SIMONE ZENI

31 October 2022

Milano, come è tipico delle metropoli, ha tra i suoi cittadini una buona componente single, senza contare tutte quelle persone che, per lavoro o per diletto, transitano singolarmente nel capoluogo. Perché allora non rompere definitivamente il tabù del “tavolo per uno”? Perché non uscire con orgoglio da soli a cena, sfruttando i vantaggi che la decisione comporta: la scelta del locale senza discussioni, un buon piatto mangiato in relax, un momento di silenzio calice alla mano. Cena da soli come momento per sé dunque, come piccolo piacere da concedersi. Cosa ne pensano i ristoratori milanesi? È un trend che vedono in ascesa o ci sono ancora così tante perplessità? Ma soprattutto: quali sono i ristoranti in cui chiedere un tavolo per uno è davvero qualcosa di naturale?

«Una parte della nostra clientela mangia da sola» racconta Francesco Stumpo di Beef Club. «Per noi è quanto di più normale ci possa essere, ma non posso dire che la tendenza sia in crescita: il profilo di solito è quello del businessman e oggi, nonostante un’ottima ripresa, si viaggia meno rispetto a prima della pandemia. Il cliente che si accomoda da solo al tavolo a pranzo sceglie un piatto soltanto mentre a cena non ha alcun problema a ordinare fino a tre portate».

Lo stesso vale per La Griglia di Varrone, a confermalo è il direttore Tony Melillo: «Abbiamo spesso persone che mangiano da sole, si dividono equamente tra pranzo e cena. A pranzo ordinano il piatto unico mentre a cena si concedono più tempo per assaporare la classica degustazione oppure ordinano un paio di piatti. In settimana arrivano anche senza prenotazione».

Anche da Bottega Lucia molti dei clienti che mangiano da soli sono in città per business, come spiega il direttore Riccardo Onni: «È una tendenza in continua crescita. Si tratta perlopiù di liberi professionisti che spaziano molto nella scelta dei piatti». Altro discorso per la chef Sara Preceruti, che propone da Acquada la sua alta cucina: «Per noi sono situazioni occasionali, ospiti che, anche da soli, tendono a scegliere il menù degustazione. Sono appassionati che vogliono vivere l’esperienza fino in fondo».

Business o gourmet, una buona soluzione per “iniziarsi” a una cena in compagnia di se stessi potrebbe essere quella di mangiare al bancone. Lo chef’s table consente infatti di concentrarsi sull’esperienza gastronomica e di interagire con lo chef all’opera o i commensali accanto, come accade da Felix Lo Basso Restaurant, una stella Michelin, e da DanielCanzian Ristorante. Tra le nuove aperture in città munite di social table troviamo poi Rua e Al Mercato Steaks & Burger. Lo chef’s table è elemento caratteristico anche nella cultura gastronomica giapponese: ristoranti in cui mangiare sushi al banco a Milano sono l’informale Poporoya, primo indirizzo nipponico in città, e altre prestigiose insegne come Ichikawa e Iyo Omakase. A confermare che mangiare da soli è una pratica destinata a consolidarsi ci sono anche locali a prezzi contenuti che guardano al trend. Persino Kfc ha lanciato il nuovo bucket per una persona. Il celebre secchiello della catena, di solito in versione extra large, diventa a misura di singolo... E con il pollo fritto come si può soffrire di solitudine?

L’articolo è stato pubblicato su Club Milano 64. Clicca qui per sfogliare il magazine.

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