DI Elisa Zanetti
21 April 2015
Cambiare i quadri alle pareti dell’ufficio o di casa con la stessa facilità con la quale si potrebbe dare una mano di colore a un muro, o mettere sempre fiori freschi in un vaso. Creare delle piccole gallerie in ogni angolo della città o fra le mura domestiche.
Vivere quotidianamente un’opera d’arte. È questa l’idea che ha spinto Maria Cristina de Zuccato e Aldo Sardoni a creare Noema Gallery, la prima galleria di “art for rent”, arte a noleggio, di Italia. Nata a Milano a marzo dell’anno scorso e specializzata in scatti fotografici, Noema, oltre a vendere le opere dei suoi autori, offre ai propri clienti l’insolita possibilità di affittarle per periodi limitati di tempo.
“Il rent rappresenta innanzitutto un modo per diffondere la cultura della fotografia anche a persone che magari non si interessano all’arte – spiega la gallery manager de Zuccato – Il professionista che appende un’immagine nel proprio ufficio offre ai suoi dipendenti e ai suoi clienti la possibilità di entrare in contatto diretto con un’opera, e può suscitare in loro interesse. Grazie alla sostituzione periodica delle fotografie lo studio può trasformarsi in uno spazio in cui organizzare eventi per presentare le opere e, ovviamente, anche per promuovere la propria attività”.
Il costo del noleggio si attesta all’incirca sul 15% del valore totale della fotografia, per un periodo che oscilla fra i 6 mesi e l’anno. Il servizio comprende il trasporto e l’installazione dello scatto, che viene consegnato al cliente incorniciato e dotato di un vetro antiriflesso e anti raggi UVA, che ne preservi la qualità. Assicurare le opere non è stata impresa facile: “Abbiamo dovuto stipulare un contratto con Lloyd’s, a Londra: in Italia nessuno era disposto a farlo”, spiega de Zuccato.
Gli autori proposti da Noema privilegiano la lentezza, la meditazione dello scatto, la costruzione dell’immagine e sono tutti europei. “Non si tratta di una valutazione di merito, ma l’Europa contiene l’80% del patrimonio artistico mondiale. Probabilmente chi nasce qui ha negli occhi una sensibilità diversa, non migliore, ma diversa. Abbiamo fotografi che da bambini giocavano a pallone in piazza del Campo a Siena, crediamo che realtà come questa non possano non influenzare il modo di approcciare le cose”.
La galleria prende il nome da un’opera di Sardoni, architetto, fotografo e direttore artistico di Noema. “La parola greca significa pensiero, progetto, punto dal quale tutto ha origine. Mi è sembrato un nome perfetto per la nostra idea di business – spiega de Zuccato – il mondo delle gallerie è cambiato molto: i grandi spazi permanenti di una volta non ci sono più, i costi per il loro mantenimento non sarebbero giustificati. Moltissime gallerie si sono rimpicciolite, altre hanno chiuso, tante sono passate al web. Il noleggio rappresenta un modo per ingrandire all’ennesima potenza le nostre pareti espositive”.
L’art rent è un ulteriore tassello del grande mosaico della sharing economy. Agli albori in Italia, il fenomeno è diffuso da tempo e molto affermato nei Paesi anglosassoni. Si va dalle gallerie che propongono grandi nomi, a quelle specializzate nella proposta di giovani artisti; da quelle con contratti di esclusiva con musei di prestigio, a quelle che propongono formule decisamente originali, come l’invio di opere a sorpresa ai propri abbonati.
“Siamo all’inizio di un percorso: abbiamo raccolto reazioni entusiaste e molti colleghi stanno pensando di seguire il nostro esempio. C’è poi chi guarda al noleggio semplicemente come a un periodo di prova per decidere se portare a termine l’acquisto, oppure chi mostra diffidenza, come se temesse che la possibilità di affittare un’opera la sminuisse, facendole perdere il suo valore intrinseco”. Il noleggio potrebbe rappresentare una via da percorrere con maggiore convinzione anche in ambito pubblico, liberando molte delle opere stipate nei depositi dei musei. “Purtroppo, spesso in Italia non siamo capaci di valorizzare quanto di prezioso abbiamo – commenta de Zuccato – Per il suo progetto Depositi, Marco Lanza, un nostro autore, ha ottenuto l’accesso ad alcuni dei più importanti musei italiani e ha fotografato le opere raccolte nei magazzini. Quello che ci mostra attraverso i suoi scatti è un patrimonio enorme, spesso abbandonato a se stesso”.
In apertura: Galleria degli Uffizi_01. Per il suo progetto I Depositi, il fotografo ha documentato lo stato di abbandono di molte opere conservate nei magazzini dei principali musei italiani.
Di seguito: 02. Massimo Siragusa, Vista dall’alto di Piazza Cordusio, 2010. La sovraesposizione fa sembrare la foto un acquerello.
Articolo pubblicato su Club Milano 25, marzo – aprile 2015. Clicca qui per scaricare il magazine.