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Il design italiano oltre le crisi

La crisi non come accezione negativa ma come cambiamento, stimolo alla creatività e all'innovazione; parte da questo concetto la 7^ edizione del Triennale Design Museum, con una riflessione sul passato per comprendere e costruire il futuro.

DI Antonella Armigero

04 April 2014

Inaugura oggi Il design italiano oltre le crisi. Autarchia, Austerità, Autoproduzione, mostra a cui abbiamo assistito in anteprima e che sarà visibile fino a febbraio dell'anno prossimo alla Triennale di Milano, in Via Alemagna. Le 3 parole, contraddistinte graficamente da caratteri tipografici tipici delle epoche passate, scelti sapientemente da Italo Lupi, indicano tre tappe importanti dello scenario politico e sociale del nostro Paese e di riflesso del design italiano.

Si inizia con gli anni Trenta con l’autarchia appunto, fatta di orgoglio e autosufficienza, passando dall'austerità degli anni Settanta con la crisi petrolifera, la presa di coscienza sui rischi del consumismo sfrenato e le pesanti ripercussioni sull'industria, fino a oggi quando l'autoproduzione portata avanti dai giovani è una risposta intelligente alla crisi che genera innovazione sostenibile.

Tre crisi differenti che hanno attraversato il nostro Paese e dimostrano come gli italiani riescano a rispondere attivamente, facendo della necessità una spinta per un importante cambiamento di paradigma.

Una storia alternativa del design italiano, quella raccontata dalla mostra grazie a una selezione di 650 opere di autori come Depero, Gio Ponti, Enzo Mari, Massimiliano Damiani, un percorso cronologico che come detto da Silvana Annichiarico – ideatrice e direttrice della mostra – si apre con la bottega del passato con Fortunato Depero, il primo maker, e termina con la bottega del futuro curata da Denis Santachiara, che testimonia un design autoriale che si autoproduce con le nuove tecnologie come le stampanti 3D, un tentativo vincente che apre a un nuovo modo di progettare e autoprodurre a Km zero oggetti di uso quotidiano e arte. In mezzo diversi protagonisti, alcuni all'apparenza minori, che dagli anni Trenta a oggi hanno saputo sperimentare in modo libero, creando nuovi linguaggi e nuove modalità di produrre, tra questi Enzo Munari e la sua autoproduzione.

Una storia fatta di artisti e artigiani, grandi nomi e piccole realtà che hanno fatto della crisi un baluardo del saper fare tutto italiano che ci contraddistingue nel Mondo.

Una mossa vincente quella di interrogare il passato per affrontare il futuro, che ora passa ai giovani makers come il Team di Fattelo! (di cui vi avevamo parlato in questo articolo) che trovano nelle nuove tecnologie, il crowdfunding e l’opensource un modo nuovo per creare e produrre.

Menzione speciale all'allestimento curato da Philippe Nigro, che è riuscito a creare un percorso lineare e fruibile, se pur fatto di nicchie e curve sinuose che avvolgono e immergono il visitatore per farlo riflettere, sperimentare e stupire. Un percorso cronologico illuminato dalla luce naturale che si apre in uno spazio di cristallo come una grande stanza vetrina, che ospita una selezione di oggetti rappresentativi dei tre periodi storici distanti tra loro ma capaci di regalare una visione d’insieme fatta di similitudini e differenze.

Triennale Design Museum

Settima edizione

Il design italiano oltre le crisi

Autarchia, austerità, autoproduzione

4 aprile 2014 – 22 febbraio 2015

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